domenica, dicembre 31, 2006

ANNO NUOVO VITA NUOVA


Cari bloggatori, ormai un po' in sciopero da feste natalizie, eccoci giunti alla fine dell'anno che come un fulmine, anche questo, se ne è andato... e che vi posso dire... non ho proprio nulla di fondamentaloe da dire se non che anche via webbatica vi mando un augurio di un 2007 coi fiocchi e anche di più...
per me si chiude un anno strano e voi tutti ci siete stati. un ringraziamento era doveroso...
buon 2007!!!

mercoledì, dicembre 20, 2006

La Spaventevole Ox-Femme

Dopo Hulk e She-Hulk, La Cosa e La Cosa-Donna, Captain Marvel e Ms. Marvel, Ant-Man e Wasp il Sorridente Stan Lee presenta.........................................La Spaventevole Ox-Femme!!!

Fulvia G., giovane aspirante ricercatrice di storia trapiantata in Inghilterra, decide di assecondare il suo candido amore per le vecchiette (da lei definite "le fonti orali della storia") e la chincaglieria diventando volontaria in un Oxfam Shop. Una notte, Fulvia G. viene inavvertitamente chiusa dentro da una delle vecchie gestrici del negozio affetta da Alzheimer galoppante.
La prolungata esposizione alle radiazioni del registratore di cassa all'uranio impoverito regalato da un agente dei servizi segreti deviati in pensione intacca la salute e il buonumore della giovane, che viene salvata solo da una trasfusione di sangue del cugino Bruce B. (alias il Terribile Ox-Man).
Da allora, ogni volta che il registratore di cassa si inceppa o una vecchia tenta di appiccare il fuoco al negozio dando fuoco alle pellicce ecologiche Fulvia G. si trasforma nella Spaventevole Ox-Femme, spietata serial-killer in grado di assumere mille aspetti grazie ai suoi travestimenti camaleontici, che stana le vecchie ultracentenarie, le seduce con la sua melliflua eloquenza e le uccide rubando loro le memorie degli anni dal 1925 al 1970.
Ox-Femme, che vuole trasformarsi in un data-base vivente della storia (ma soprattutto delle storie) contemporanea delle donne si apre a colpi di assassinii spietati una strada inesorabile verso Buckingham Palace, mentre Fulvia G. assiste impotente alla distruzione di tutto ciò in cui ha sempre creduto.
Una saga avvincente scritta da Stan Lee e disegnata da Jack Kirby.

(Scusate ma ho pensato a questo oggi sotto la doccia e volevo ad ogni costo postarlo. A stasera)

sabato, dicembre 16, 2006

:: s o n d a g g i o ::

Carissimi, ecccomi a voi in versione demoscopica per tentare di armonizzare le diverse tendenze delle vostre disponibilità e preferenze sulla Serata Natalizia 2006.

La Data.
unico giorno in cui Gino potrebbe partecipare sembra essere mercoledì 20, a quanto ho capito, o al massimo giovedì 21 sul tardi; di contro Max ricusa fermamente la data del 21 per impegni precedenti; Flavia e Jayan arrivano il 19. Date le premesse, voi che giorno preferite?


La Serata.
Le ipotesi attualmente allo studio sono due:
1) Si va tutti a mangiare fuori, e si festeggia l'approssimarsi del Santo Natale con un tripudio di grasso degno di un festino del Basso Impero;
2) Ci si vede dopo cena, e si annaffia l'approssimarsi del Santo Natale con una fantasia alcoolica degna del Basso Impero.

Vi pregherei di rispondere a questo post in modo vieppiù lacoonico, indicando le vostre preferenze o suggerimenti riguardo ai quesiti proposti. Eventuali schede bianche saranno assegnate alla maggioranza e non sarà possibile in futuro contestare tale procedimento.

ps. In caso di parità (che sarebbe davvero imbarazzante), vincerà la proposta appoggiata da me.

Baci.

mercoledì, dicembre 13, 2006

L'erba del vicino è sempre più verde(?)


Miei cari dileggiatori del genere umano,
non sarò breve, ma
so che in voi posso trovare conforto alle mie disavventure, so che solo voi, la sola "cupola" degna di questo nome rimasta in attività in questi anni di pensiero debole e politicamente corretto potete comprendere la mia rabbia per il genere umano, soprattutto se questo si manifesta sotto forma di vicino molto molto "esigente".
Ma è necessario fare qualche passo indietro per ricostruire i pezzi di questa intricata vicenda che ha smosso il mio animo e mi ha messo di fronte a tante scelte difficili.
In una domenica mattina di qualche settimana fa, la "signora" - la chiamaremo così nonostante la peluria diffusa e la stridula voce da cornacchia - del secondo piano ha pensato bene di salire i tre - sempre troppo pochi - che separano la sua "abitazione" dalla mia e ha deciso di iniziare uno show che solo i condomini sanno regalare, urlando come fosse posseduta e suonando il campanello neanche fosse la batteria di un gruppo rock di terza mano e non contenta sbatttendo vigoramente i pugni sulla porta minacciando maledizioni a ogni santo e intercalando con sempre maggiore virilità che avrebbe chiamato i carabinieri.
Dall'altra parte della porta però si trovavano 4 allegri giovinastri reduci da un sabato sera lungo che, con un'opera di autoconvincimento collettiva e telecinetica, avevano stabilito all'unanimità che tutto quel rumore non poteva certo riguardarli e che di sicuro prima o poi si sarebbe spento o confuso con l'allegro chiacchericcio saltellante dei fedeli che la domenica mattina vanno in pellegrinaggio per ascoltare qualche predica di joseph su un mistico medievale sconosciuto anche agli specialisti e che tanto ha fatto, senza che però nessuno se ne sia accorto, per la fede e la speranza del popolo cristiano. tutto questo ovviamente in latino.
ma, miei cari topi, così non è stato. la nostra giovane speranza si è scontrata con l'ostinazione di una vecchietta alta, ciuffo compreso, 65 cm in tutto e che dopo almeno mezz'ora di urla ha rotto il nostro meritato sonno.
che giacomo non scendesse era una mia convinzione più che certa nonstante capissi ben poco e che marghe o costanza prendessero in mano la situazione era solo una'altra speranza che si rivelò vana.
perciò, con piglio fiero ho indossato una maglietta di superman, sono sceso, ho tolto il chiavistello, e ho aperto la porta.
in quel preciso istante mi sono reso conto di molte verità ultime, ma, come capitò anche al Sommo Poeta, la mia memoria ha ceduto ad un oltraggio che lo stesso Sommo non avrebbe potuto tradurre in versi. se l'avesse vista avrebbe cambiato mestiere.
ma siccome io il Sommo non sono ho "deciso" di affrontarla e per farlo la prima mossa fu di chiederle di tradurre per me in italiano le sua urla senza senso.
la prima cosa che ho capito aveva a che fare con " 'so fitti de' rtom'ba ccche 'ccia e 'o rumore": pensavo che il drago-sputafuoco si riferisse al rumore che fa il filo dei panni quando qualcuno stende - perchè nel nostro condominio si sono lamentati anche per quello - e ho subito rassicurato l'anomalia genetica che avevo poco tempo prima messo dell'olio sulla rotella del filo, ma a quel punto sono stato aggredito " 'ma lo lo lo 'a mia finistri o 'lio tuttu'i iorni 'l vitri che ungi i vitri miii dall'ari che ja v'o dittu , ma ii chiam'i'igili 'mo ".
la "signora" si stava lamentando dello sgocciolio di uno dei nostri condizionatori che era rimasto accidentalmente acceso... (quello di giacomo ovviamente...) e dopo la mia prima risposta era convinta che dai nostri "arii" colasse olio sulla sua finestra da circa 10 ore.
Capito questo mi sono scusato - un po' anche per paura - con l'essere vischioso che avevo di fronte e l'ho rirassicurata che, avrei fatto spengere subito quello che lei chiamava " l'arii ".
Ma la cosa voleva la rissa e proprio mentre stavamo per contare i fatali dieci passi prima del colpo nella magnaum 54 è arrivata Marghe.
o meglio, è arrivata Marghe appena sveglia, vestita anche lei in modo imbarazzante che si è trovata di fronte superman in piena lotta con un mostro giunto da un altro pianeta che aveva osato interrompere il suo sacro sonno. le sue parole vanno riportate per intero. relata refero: "Tu zitta e tu zitto, e lei che ci fa qui che io stavo dormendo?"
la cosa se l'è presa anche perchè nella guerra aprire due fronti, si sa, è l'inizio della fine e ha preso la via della fuga verso l'ascensore minacciando ancora l'arrivo dei 'igili, ma Marghe a quel punto deve essersi sentita estromessa e ha richiamato il gremlin all'ordine "signora torni subito qui, non è che se ne può andare mentre IO sto parlando!!!!".
dopo qualche altra battuta la scena si è chiusa dietro le porte dell'ascensore che ha riportato il t-rex nella sua tana, ma come un imprevisto effetto domino alcune signore si sono affacciate alla finestra per fare le loro dichiarazioni e alle nuove urla si è unita anche attila e allora mi sono affacciato pure io e ho urlato le mie ragioni, ma la signora del terzo piano mi ha accusato -sigh! - di aver "aggredito" ivan drago e che per questo avevo certamente torto comunque. io mi sono limitato a spiegare alla signora che poteva anche farsi i beneamati cazzi suoi e che "quando l'aggrdirò se ne accorgerà sicuramente" e le ho spiegato che non poteva interrompere la signora francese di fronte che mi stava dando ragione...e così fino all'esaurimento della voglia di litigare.
dopo un po' di tempo e qualche altro battibecco nei giorni successivi di cui potete fare a meno perchè da questi ho imparato ben poco sono giunti gli uomini degli "arii" per rimediare al problema: inserire un tubo di 52 metri nell'arii e farlo arrivare sotto i vitri della madre di dracula per evitare lo scontro fra sgocciolio nostro e porta dell'inferno.
detto fatto direte voi, ma non è andata così.
gli uomini dell'arii hanno sistemato il tubo, ma avevano bisogno di fissarlo e farlo scorrere da una finestra sotto la mia...diciamo all'altezza del SECONDO PIANO!!!
con una mano sul cuore e una non vi dico dove sono sceso, ho suonato delicamente al campanellum mortalis e ho sentito "i'si?" , "sono l'inquilino del quinto piano avrei bisogno della sua finestra"
E lei ha aperto la porta. ho visto tutto, tutto quello che sarebbe troppo lungo riferire: cose varie trasportate dalle tombe micenee ed egiziane, materiale rinvenuto a mururoa dopo l'esplosione, oggetti metallici appesi alle pareti insieme a trofei di caccia risalenti all'epoca di re Artù... e ho VISTO IL KARAOKE DEL PICCOLO VALERIO....
scioccato per le troppe emozioni ho chiesto alla lillipuziana transgenica dove si trovasse la finestra e lei "'ni vidi...'sti è ma chi 'na vidi?" la finestra era nascosta da un albero di natale satanico e da una quantità immane di carta pesta marrone che faceva le veci di quello che forse fu un presepe. ho preso il coraggio a due mani e dopo uno sguardo di comprensione dell'uomo degli arii ho spostato tutto: divano,albero e presepe, "ma 'sta ttent'e 'o rumpi e po'ii che fa'"
l'uomo ha fatto quello che doveva fare e ho deto testualmente a belzebù "noi andiamo su fissiamo l'altro tubo e poi torniamo per fissare tutto". "'ì, m'apprest'i e'fa 'a spisi pii pupi.vo'fat'io v'ispittu 'ca finimmu".
salgo, gli uomini dell'arii fanno quello che devono fare e uno di loro, 180 Kg senza ciuffo pure lui, resta attaccato al tubo pericolante in attesa che il suo fido aiutante (cla gino carlo e max avreste apprezzato la robusta scorza giunta dall'est) andasse nel girone dei nani sfigurati a fissare il tubo...ma c'è un problema... torna subito su e dice che il formichiere zoppo non apre. "non avrà sentito" dico io, e scendo con lui...
elephant man non c'è e, questo non è uno scherzo, per un'ora e mezza c'è stato un uomo a casa mia attaccato al motore del condizionatore con un braccio sotto il motore per tenere il tubo mentre un altro uomo dell'arii lo teneva per i pantaloni. tutto questo a soli 52 metri da terra.
rosso di vergogna per la situazione inizio la mia personale "maratona delle scale" alla ricerca di qualche essere umano che possa avere le chiavi della stanza degli orrori...ma non c'è quasi nessuno e i pochi che aprono la porta mi guardano e mi chiedono se sono nuovo...ma il capo della scala appena rientrato dalla sua solita passeggiata a borgo mi guarda sconsolato e mi consiglia di andare dall'amministratore - palazzo di fronte - "chè lui forse cellà...ma nooo so...tupprova ar massimo 'n ce 'sta".
corro come una gazzella fino al palazzo di fronte e dopo essere stato congelato dalla temperatura per la prima volta in quest'anno gelida suono all'amministratore e una voce di donna, flebile, invece di rispodere "chi è" come tutti gli esseri normali della terra, mi dice "è tardi,sali su che finiamo e poi andiamo da rosaria".
a quel punto incuriosito salgo e mi trovo di fronte una matrona della roma repubblicana che mi guarda come se fossi un alieno, le comunico il problema e lei mi risponde "mio marito non c'è...oggi è lunedì". stavo quasi per chiederle un chiarimento, ma non avevo tempo per cui sono sceso e ha attraversato la strada, ma al portone mi sono reso conto di non aver preso le chiavi oltre al barile di nitroglicerina per far saltare il covo di al qaeda e suono agli uomini degli arii che rispondono e chiedono pure "chi è", e in più rispondo "io"...
salgo e trovo l'uomo a mezz'aria un po' infastidito e continuo a scusarmi quando al terzo piano si apre una finestra e sapete chi è? quella che aveva detto che io avevo aggredito la signora e che era a casa da ore, ma non aveva voglia di aprire perchè satava facendo "le faccende"...e l'uomo appeso mi dice che dal terzo piano possono anche farcela...ma in quel momento arriva anche il piccolo errore di natura e gli uomini dell'arii riescono a finire il lavoro.
ma a quel punto scendo al secondo piano e avverto sauron che lei farà anche paura, ma che la prossima volta che mi rivolgerà la parola anche solo per dire buongiorno mi tapperò il naso e la morderò così forte alla gola da strapparle la testa...e mi ha detto di sì con l'occhio un po' spaventato. ma non mi bastava e le ho fatto la scena di "qualcosa è cambiato" "neanche se dovesse sentire un tonfo e dopo 2 settimane una puzza di cadavere..." - era un mio sogno - e inoltre la mia battaglia l'avevo vinta.
e l'avevo vinta la prima volta che sono andato a casa sua...qualcuno da quella volta ha più sentito gli ululati del karaoke del piccolo valerio? nooo???
chissà perchè?
baci satanici!!

killex

martedì, dicembre 12, 2006

la retour


so' tturnato!
e, spero allietati da questa bucolica immagine che tanto mi ricorda l'agro che lasciai e che presto rivedrò, riflettete e fatemi sapere come e quando ci vediamo...
baci

Nuove e inquietanti metamorfosi


Topi adorati, stringetevi idealmente a me in commosso cordoglio...domani tornerò a calcare le scene del W.legal training e a rilasciare nuove testimonianze giurate, ma niente piume di struzzo per me, niente applausi a scena aperta...solo un misero canovaccio e, se mi va bene, il cestino della pausa pranzo. Questa volta sarò Peter W., professione camionista in una ditta di sfasciacarrozze! E per giunta azzoppato da un incidente sul lavoro! Ah....Geena! Quale conforto sarebbe ora poter attingere alla fonte della tua lunga esperienza di soubrette a tutto campo, anche se, mi pare, interpretare manovali e uomini di fatica non fosse parte del tuo vasto repertorio. Per lo meno, tornano inaspettatamente utili le tante riunioni politiche presenziate presso il "Il Buon Pastore", dei veri "case studies" per la prova che mi aspetta domani....Vi bacio, adorati...devo imparare a memoria le mie nuove generalità e procurarmi un calendario di Pamela Anderson...

martedì, dicembre 05, 2006

Il giorno in cui Flavia G. andò all'Oxfam...


Cari topi!
Ecco a voi il post tanto atteso sulle mio nuove tribolazioni di intrepida
suffragetta...strano che Claudio non abbia già sottolineato il fatto che, come al solito, non ho resistito alla tentazione di buttarmi alla ricerca del "disagio". Mio padre ovviamente non si è fatto scappare l'occasione e ha rispolverato uno dei suoi marchi di fabbrica:
Dove c'è il disagio, Flavia è presente!
.
Questa volta però le mie motivazioni erano meno nobili del solito: conscia di dovermi ributtare anche io nel turpe mondo del commercio al dettaglio nel quale già patiscono Gino e Fab e che già anni addietro mi ebbe prigioniera ho pensato che meglio fosse fare prima un po'di pratica; soprattutto, mi premeva riconciliarmi con la bestia nera di tutti noi accademici-commessi-prezzolati: il registratore di cassa. Sono passati vari anno da quando dovetti fronteggiare a mani nude l'orrenda ciber-creatura del demonio e ricordo che già all'epoca essa mi rendeva molto nervosa, forse perchè da Mel al minimo errore, dalla contabilità usavano scendere in volo uno stormo di scimmie alate che, sollevandoti tra i loro artigli, in breve facevano scempio di te con le fauci belluine, innaffiando delle tue misere interiora il pubblico in estasi. All'Oxfam non fanno così... All'Oxfam sono buoni! All'Oxfam tollerano ogni forma di condotta scellerata nei confronti della cassa ad eccezione dell'incendio doloso. Soprattutto, all'Oxfam sono VECCHI, per cui se gli dici che hai fatto un errore, dopo 5 minuti già non se lo ricordano più! E questo mi riporta al nocciolo del racconto (tutto ciò che ho scritto prima era solo una breve introduzione doverosa): Il mio battesimo del fuoco alla guida della cassa (ok, il mio secondo battesimo, la mia prima comunione?) avvenne, sfortunatamente, una mattina in cui, assente il manager del negozio, era al timone una volontaria un po' anziana, che chiameremo Beryl la rincoglionita. Costei, affetta da quei momenti di stordimento e confusione che talvolta affliggono le persone anziane, i "diversamente giovani" diciamo, ebbe una sorta di crisi, anzi 2. La crisi numero 1 la ebbe cercando di aprire il negozio da dentro con la chiave, operazione che non le riuscì ma, invece di segnalarmi il problema come sarebbe naturale fare decise di fare la vaga. Ci siamo accorti della situazione solo quando i clienti fuori hanno cominciato a tempestare di pugni la vetrina...La crisi numero 2 occorse proprio con il suddetto registratore di cassa, che B. fece misteriosamente inchiodare, tentò poi maldestramente di resettarla infine presa dal panico la lasciò lì gemente, uscì dal negozio e sparì per 2 ore. Io ed un'altra volontaria poco esperta furono lasciate a fronteggiare la cassa oltraggiata e i malumori della clientela...aaah..momenti indimenticabii....

lunedì, dicembre 04, 2006

Come, prendendo un Taxy e un cappuccino al Bar, un giovane apprese molte Lezioni di Vita.


Un Taxy e un Bar (mirabilmente sintetizzati nell'immagine a fianco) possono essere luoghi degni di essere paragonati alla piazza socratica, ai viali aristotelici o al portico di Zenone.
Ma è meglio che la storia la si cominci dal principio...
Stamattina avrei dovuto recarmi in via delle Fornaci alle 10, il che comportava un minimo sforzo da parte mia e del mio mezzo. Ma la mano beffarda del fato si è accoppiata con le mani incompetenti di un meccanico e delle segreterie universitarie, trasformando un'allegra gita in un viaggio di (d)istruzione: il mio (quasi ex) scooter ha deciso di non partire (fortunatamente sin da sabato pomeriggio) e l'università ha deciso di non permettermi di stampare da casa il bollettino di pagamento (il quale andava fatto entro domani; per inciso, l'autorizzazione a pagare è stata data solo tre giorni fa...).
Pertanto stamane, dopo aver campeggiato di fronte alle segreterie sin dall'alba, per essere il primo, ho preso un Taxi per giungere in orario al mio appuntamento. La sorte ha voluto che una zingarella tentasse di impietosire l'anziano conducente fermo ad un semaforo di piazza dei Cinquecento... Mal me ne incolse: il resto del tragitto ho ascoltato una lunga dissertazione sul passato da emigrante del signore, "che però io lavoravo, eh!, Mica come questi, che vengono e non si adeguano alla nostra civiltà e levano i crocefissi dalle scuole..." e sulla storia delle migrazioni degli Zingari in Italia, "che Tito, quello della Jugoslavia [e io che pensavo si riferisse all'Imperatore... ], quelli criminali che erano condannati a 20, 30 anni ci diceva: o vai a fare il nomade o stai in galera. E quelli si sono presi tutti il passaporto da nomade [?] e sono venuti..."
Nei rari momenti di silenzio, probabilmente causati da necessità respiratorie, cercavo di introdurre dei distinguo, ma inesorabilmente la voce robotica del radiotaxi copriva i miei tentativi, gracchiando indirizzi e sigle. Alla fine della corsa sono lestamente sceso e - per riprendermi - ho deciso di prendere un cappuccino, dato che avevo un po' di anticipo.
Il Bar era quasi vuoto e lo divenne totalmente allorché la mia comanda fu pronta; il Barista, romano verace, stava nel frattempo parlando al suo aiutante e in quel momento disse che la moglie lasciandolo aveva firmato una carta in cui rinunciava a tutto e che per questo riteneva di essere stato molto fortunato in vita sua. Io che stavo sorseggaindo il mio cappuccino, sventurato, abbozzai un sorriso di circostanza. Questo cenno di umana simpatia, offerto nel momento sbagliato, fu pagato a caro prezzo: prendendomi come suo discepolo, il Sor A. (il nome me lo ha detto alla fine del suo sermone, invitandomi a passare di nuovo a trovarlo, poiché sono un giovane tanto simpatico... Evidentemente da svenuto risulto simpatico... Ma anche giovane!) ha cominciato a narrare di prodezze sessuali con la sua nuova compagna [probabilmente tre volte campionessa mondiale di pelo sullo stomaco], parlare di Donne (in senso generale), di come siano crudeli e della loro "ferita" (termine che non udivo da alcuni anni e che ha causato il blocco delle mie funzioni primarie, da cui lo svenimento in piedi e lo stato catatonico). Ogni tanto cercava la mia apporvazione su argomenti che ricordo vagamente dal sussidiario delle elementari o da alcune lezioni di scienze, ma che non mi hanno mai interessato a fondo, dal momento che solitamente mi concentravo sulla pagina seguente (o precedente, a seconda dell'umore dell'autore/autrice): approvazione che non potevo dare (essendo ormai da tempo incosciente) ma neppure negare (esendo incosciente e perdipiù impreparato), cosicché detta approvazione era data per scontata e si proseguiva verso nuovi lidi sempre più imbarazzanti.
Ma il vertice del suo discorso, che mi ha risvegliato dallo stato penoso in cui ero caduto, è stata la sua affermazione che "in fondo è'n tajo, come 'na ferita appunto, e io so' puro impressionabile ar sangue... Eccosì dopo che ho fatto roba me ne vado in bagno, che ma fa un po' senzo!": passerò per maschilista, ma ho potuto mormorare un "già" in certo modo partecipativo, che mi ha permesso di tornare in me e rapidamente pagare ed uscire.
Mentre mi avviavo finalmente alla mia meta, ripensavo a questi incontri: insomma, mi chiedo, ma che tipo di Karma ho avuto oggi? Non sarà troppo per una giornata sola? Ma io me lo merito?
Poi ho avuto l'illuminazione: tutto questo è stato un Segnale! Dopo un periodo di alti e bassi, in cui i bassi (come nel villaggio dei Puffi) erano la maggioranza, questo è per me il cartello su cui leggo "Congratulazioni! Voi siete al Fondo"... Dunque ora affronterò il domani senza paura che possa in alcun modo peggiorare!
Baci a tutti,
Clovindha

domenica, dicembre 03, 2006

Stanche Muse

Miei Cari,
avendo ormai raschiato il barile dei punti principessa (ma avendo totalizzato un buon quoziente, spero, di quelli dottoranda sgobbona) mi decido a scrivere un post interlocutorio (ovvero vacuo come un discorso di Berlusconi a San Giovanni) ma verboso dopo che, tornato da Bologna dove non licuit controllare la posta e il blog per mancanza di tempo, mi ritrovai sommerso dai vostri allegri cicalecci.
Anzitutto vi tranquillizzo sullo stato delle mie rotule e articolazioni varie, dopo che già Fabrizio ebbe modo di malignare sulla mia età in un sms notturno la cui esistenza preferisco dimenticare... Ebbene, le nuove articolazioni in ceramica e vetroresina hanno resistito all'ascolto ballonzolante del concerto e alla potenza spropositata della musica dei Muse [paronomasia], anche perché, almeno intorno a me, nessuno, con mio disappunto, pogava, benché alcune squinzie (o squinsie, visto che si era a Casalecchio) si avvitassero sui loro bacini quali serpenti usciti dalla cesta al suono del flauto dell'incantatore sbattendo alternativamente spalle-seni-fondoschiena-piedi su di me, minando seriamente la mia stabilità. fisica e mentale.
Accanto a me si trovava un biondo da excessus mentis, se mi è concessa l'analogia, ma che, algido e immobile mentre tutto il Palamalaguti ondeggiava intorno a lui in preda al delirio, rimase immobile e non-guardantemi per tutte le due ore (scarse) del concerto.
Per il resto il mio breve ma intenso soggiorno bolognese è stato molto piacevole, nonostante il gelo e il mal di testa che mi attaaglia da giorni, e il fatto che proprio a tale soggiorno si possa datare l'improvvisa coscienza che il tempo stringe DAVVERO per la mia tesi, ciò che mi trasformerà ancor più in Sgobbie (l'amica nerd di Barbie) nelle prossime settimane, e che metterà una seria ipoteca sul mio natale... per cui direi che la prossima volta che ci vediamo potremmo discutere le proposte di marghe (della quale non voglio cogliere l'allusione... dico solo che tu e il tuo degno compare vi state affilando troppo le unghie sulla mia persona, ultimamente) e prendere una decisione che gli Italiani all'Estero avranno la bontà di considerare insindacabile (anche se io avrei anche pensato a una roba autoprodotta... ma non saprete nulla finché non sarà troppo tardi! [Max Scrooge redento dai Tre Spiriti pervaso dallo spirito natalizio]).

L'immagine di Flavia nell'Oxfam Shop mi commuove fino quasi alle lacrime, mentre la immagino tra tailleurs dell'era Thatcher e vecchie teiere sbeccate... ma una volta io vi trovai (ma non comprai) un boa di piume, sicuramente appartenuto a qualche diva del muto poi ingiustamente dimenticata e ridotta dalla fame a dar via le ultime vestigia del suo fascino. Ma almeno ci hai trovato i vasi che cercavi per coltivare le tue piante (delle cui proprietà venefiche non dubito punto)?
Le due avventure oculari di Carlo mi spingono invece a chiedermi se non ci sia un sistema dietro Il Racconto di Ron (come direbbe Chaucer) e il macabro depliant. Forse gli eventi si gioverebbero di una lettura secondo i quattro sensi della scrittura, che come è noto sono applicabili ad ogni evento, una volta che esso sia stato messo per iscritto.
Non mi soffermo invece sulle nostre vicissitudini lavorative, le quali credo che sotto i primi tre sensi (letterale, morale e allegorico) vogliano dire qualcosa tipo Sfiga, mentre il senso anagogico, che volge i nostri occhi verso le cose ultime, è troppo oscuro per essere anche solo pensato... meditiamo ancora sul bestseller, mi sembra l'unica via d'uscita...
Dopo non aver detto nulla di più che chiosare vacuamente (ma in ordine retrogrado) i vostri interventi prima di essere risucchiato dalla tesi a partire da domani, vi bacio tutti e vado a contemplare la mortadella che ho portato da Bologna e che non potrò mangiare prima che tornino i miei (argh.)

venerdì, dicembre 01, 2006

tremate, tremate, le vacanze son tornate.....


allora miei baldi
il natale si avvicina inesorabilmente e anche quest'anno flavia e cla ci delizieranno con gioiose litanie natalizie (temo tra l'altro che gino si unirà "sonoramente" al coro), ci sarà l'avvento dei parenti, la disperata ricerca dell'ultim'ora del regalo per il cugino di secondo grado che, cazzo, aveva detto che non ci sarebbe stato ma poi alla fine ha pensato bene di passare le festività in famiglia, oppure per qualche amico bastardo (qualsiasi riferimento a fatti o persone realmente esistite è puramente casuale) che anche se si era detto di non fare regali alla fine proprio non poteva farne a meno preso dalla frenesia dello shopping natalizio, mangeremo come addannati, qualcuno di noi (NON IO) lavorerà di più....... insomma anche quest'anno il natale è arrivato.
ho quindi due proposte per voi:
1. dato che l'effettiva riuscita di un calendario comunitario con foto e fotomontaggi felici di tutti noi messi insieme si allontana sempre più propongo l'acquisto da parte di ognuno di noi di un unico regalo poi durante una splendida cena, che so, a base di pizza dell'egiziano, sorteggiare chi scarta cosa di modo che come ognuno era arrivato con un unico regalo così se ne andrà (certo si spera con un regalo diverso)
2. scrivere tutti insieme una felice canzone alternativa di natale perchè le solite ormai ci hanno rotto o in alternativa
2bis. redigere un catalogo di tutto ciò che un essere umano può e deve fare per rendere migliore il mondo (intendendosi per mondo il mondo personalissimo di ognuno di noi, in altre parole come fare a sopportare le feste)
besos

the eye, reloaded

cari amici, ho pensato che la pontinitas del post predecedente potesse accompagnata da un'immagine ancora piu' appropriata, ma leidlich non ho un vero e proprio post per voi.
posso aggiungere che due giorni dopo the green pot ho trovato sul tavolo della cucina un depliant con un primissimo piano di una collanina africana, la cui perlina centrale era sostituita da un paio di pinzette. didascalia: that's what all girls are wearing this year. il deplicante si rivela essere una campagna raccolta fondi per la cura del tracoma in africa. chi non sapesse cos'e' il tracoma puo' farsi un giro in internet, meglio se evitando le immagini. diciamo che le palpebre dopo un po' tendono a ripiegarsi all'interno e quindi le donne africane pull their eyelids out. vedete voi che significa. qui in anglia hanno lo stomaco forte (ci credo che poi riescono a ingozzarsi di sandwich e patatine al gusto pollo arrosto o cheddar e confettura di cipolle). chissi.