domenica, novembre 29, 2009

Just Three Sundays to Go Before Christmas


... questo disse lo speaker di BBC2 Wales. E allora io mi rivolgo a voi, o maggiorenti di questo blog e padri della cena natalizia. Non avrò forse io solo due weekend per comprare il regalo che mi tocca? Vi avverto, se entro la settimana non ho un nome, il rischio è l'acquisto di un regalo passepartout genere una bilancia pesapersone di IKEA.

Questo post lo firmo io, ma vi assicuro che il contenuto è condiviso da Flavia, che era qui fino a qualche ora fa, e che ora viaggia in treno verso Leamington.

venerdì, novembre 27, 2009

Geena's 2.0

Amici cari,
vi annuncio la nascita del nostro nuovo blog.
L'osservazione di Marghe sull'opportunità di diffondere il nostro indirizzo ad altri, seppur selezionati, lettori mi ha fatto un po' riflettere. Effettivamente abbiamo scritto, in questi anni, pagine molto personali, che molto avventatamente ho messo alla mercè di tutti. Però è un peccato non diffondere alcuni post, che non ci sputtanano affatto e avremmo piacere leggessero anche altri.
Alla fine, mi sono risolto: ho creato un nuovo blog, dove copincollerò i post non strettamente privati, cosicchè il mondo ne possa godere :)
l'indirizzo è http://gggfriendsfordummies.blogspot.com . attendo commenti e suggerimenti. blogghini, vi bacio

martedì, novembre 24, 2009

Getting started - the secret files of Josef H. Pilates

Ricordate il simpatico Mr. Pilates, che piegava le persone come Uri Geller piegava i cucchiaini?
Eccolo qui, se non ve lo ricordate:


Beh, esce fuori che si sono esercizi segreti che spingeranno il vostro corpo a livelli di autocoscienza mai raggiunti prima. Io li sto sperimentando per voi in uno scantinato segreto del Galles (un luogo costruito e attrezzato dallo stesso Pilates, che lo chiamava The Cellar). Intanto, per farvi venire l'acquolina in bocca, eccovene alcuni, semplici ma veramente innovativi.


Sitting at the table

Per questo esercizio sono necessari due attrezzi inventati da Pilates: the table, una superficie orizzontale di legno con quattro sostegni agli angoli, alti all’incirca un metro e mezzo; the chair, una sorta di sgabello con un appoggio per la schiena. Nel caso non abbiate the table e the chair, potete usare una scrivania e uno sgabello, facendo però attenzione a mantenere la schiena diritta.

1. posizionatevi in piedi, avendo di fronte a voi the table, e dietro di voi (non troppo dietro) the chair, con le gambe alla larghezza del bacino, le ginocchia leggermente piegate. il busto eretto ma in posizione neutra, le spalle rilassate che spingono in basso e in fuori. Guardate di fronte a voi.
2. inspirate, ed ispirando contraete i muscoli del pavimento pelvico, e gli addominali, attivando il trasverso.
3. inspirate di nuovo, e mantenendo la contrazione alzate le braccia di fronte a voi all’altezza delle spalle.
4. espirate, e, mantenendo la schiena in assetto neutro, piegate le gambe a formare un angolo di 90° all’anca e uno di 90° al ginocchio, finché i vostri ischi non poggiano sulla superficie di the chair. Appoggiate le mani su the table.

Questa è una posizione base, sulla quale sono possibili ulteriori esercizi, come per esempio Picking up a pen e Writing on a sheet of paper. Ma siate sicuri di padroneggiare bene questo fondamentale prima di passare a esercizi più difficili, come Sitting in a public toilet. Qui, al punto 4., dovete evitare di appoggiare gli ischi, mantenendo i glutei sollevati come per evitare il contagio da parte di batteri o parassiti, e mantenendo così i muscoli delle gambe in tensione.
(a questo scopo, Pilates utilizzava un attrezzo particolare, the toilet, simile a the chair ma in ceramica e con un’ampia cavità in mezzo, spesso non troppo pulito, per invogliare i suoi pazienti a mantenere la posizione).
Contraete gli addominali (potete invece rilasciare il pavimento pelvico) per proteggere la schiena, mentre immaginate che la vostra testa sia delicatamente tirata verso l’alto.

Opening the moka

Anche per questo esercizio è necessario uno speciale attrezzo, the moka, formato da due semiconi di acciaio che si possono avvitare stringendo più o meno forte a seconda dell’intensità di allenamento desiderata. Se non avete the moka, potete utilizzare un asciugamano, che terrete tra le mani (cfr. sotto).
L’esercizio può essere pericoloso per le articolazioni delle spalle, quindi attenti a mantenere bene la posizione indicata al punto 1. dell’esercizio precedente, procedendo come segue.

2. tenete the moka tra le mani, mettendo una mano sopra e l’altra sotto. spingete in basso e in fuori con le spalle. I gomiti puntano in fuori, e sono un po’ più in basso delle spalle.
3. inspirate, ed espirando contraete il trasverso e la parete pelvica, e ruotate le mani in senso inverso, svitando le due metà di the moka.
4. inspirando, riavvitate the moka.
5. Ripetete per una decina di volte, e poi invertite la posizione delle mani.

Walking like an Egyptian

Pilates non si è ispirato solo allo yoga, o a movimenti della vita di ogni giorno, ma anche all’antico Egitto. Ecco, dai suoi appunti segreti, un esercizio di sicuro effetto e grande divertimento, utile anche come passatempo per le serate tra amici.
0. mettete una musichetta adatta: http://www.youtube.com/watch?v=BWP-AsG5DRk
1. Posizione di partenza: in piedi, gambe diritte (non piegate alle ginocchia) larghezza spalle (non anche), braccia lungo il tronco. Inspirate, e espirando attivate addominali e pavimento pelvico. spalle che scendono in basso e in fuori. Chiudete la gabbia toracica.
2. Inspirate ed espirando rivolgete tutti e due i piedi in una direzione. La testa segue il movimento dei piedi.
3. Inspirate, e portate le braccia all’altezza delle spalle. il braccio che si trova di fronte ai vostri occhi deve essere piegato a novanta gradi al gomito verso l’alto, quello dietro la vostra nuca a novanta gradi verso il basso. Le mani sono piegate al polso e puntano in fuori. Attenzione a non far salire le spalle. Spingetele verso il basso.
4. Inspirate, e espirando muovete qualche passo nella direzione nella quale sono rivolti i vostri piedi.
5. Invertite la posizione, e ripetete dall’altro lato.
6. Poi ripetete dal lato opposto, e così via.

Esercitatevi con questi primi facili movimenti. Più avanti vedremo esercizi più complessi, come The jigsaw, The ditch and the pendulum, The rollercoaster, The spiral staircase, o Getting on a crowded bus.
Brace you abs, and get started!

giovedì, ottobre 29, 2009

Natale 09

Prendo in mano la patata bollente lanciata da Max e Marghe (M&M), che suggerivano di iniziare la lunga discussione che porterà a stabilire le varie modalità della cena natalizia.

Per iniziare, l'ordine dei doni: Marghe suggeriva di prendere i nomi nell'ordine in cui apparivano sulla mail inviata da Max, ma di controllare come erano andate le cose negli anni scorsi. L'ordine dato casualmente da Max è
Jayan -> Carlo -> Faber -> Marghe -> Flavia -> Gino -> Claudio -> Max

Tuttavia, se guardiamo il passato
2007: Marghe -> Claudio -> Flavia -> Faber -> Max -> Carlo -> Jayan -> Gino -> Marghe
2008: Claudio -> Jayan -> Faber -> Carlo -> Marghe -> Flavia -> Maxino -> Claudio

emerge che il passaggio "Marghe -> Flavia" si è verificato lo scorso anno. Si potrebe ovviare o inserendo Gino fra le due o spostando Marghe in fondo.
Jayan -> Carlo -> Faber -> Marghe -> Gino -> Flavia -> Claudio -> Max
Jayan -> Carlo -> Faber -> Flavia -> Gino -> Claudio -> Max -> Marghe


Per il secondo punto, se rispettassimo l'alternanza "ristorante/casa", questo sarebbe l'anno della cena in casa (e dove?); se invece vogliamo andare a mangiar fuori, basta trovare un posto che ci accolga.
Comunque, ora il post c'è... SFOGATEVI!

venerdì, ottobre 23, 2009

Il bello della diretta

L'altro ieri, terrificante giornata lavorativa di 11 ore. Tra un brontolio qui e una bestemmia lì, trovo un raggio di luce nella celestiale visione di costui:



Vedo che parla con la mia collega,e vengo poi a sapere che ha ordinato un libro su Heath Ledger, buonanima... e il tizio si rende ancora più bello ai miei occhi.
Se ne va, poi torna... e io mi fiondo al punto informazioni, praticamente spintonando la mia povera collega, per accogliere a dovere cotanto cliente. Egli deve fatturare, e io impiego circa un'ora e mezza a inserire i suoi dati al computer, un po' perchè ripeto a pappagallo come un ebete ogni sillaba che la sua splendida bocca proferisce, un po' perchè mi attardo a cercare il tasto dei cuoricini da mettere attorno al suo nome, che stranamente non trovo sulla tastiera.
Proprio mentre sta per andarsene, incontra una tipa con carrozzina e pupattolo in dotazione, e ci si attarda a parlare a lungo. Io, divorato dalla fame di conoscenza (ho detto conoscenza), improvvisamente reputo necessario sistemare tutte le saghe fantasy, che guarda caso sono a un metro dall'adone. Vengo così a sapere che lei è la sorella, la pupattola la nipote, e lui uno zietto così dolce che si offre di tenerla il pomeriggio, tanto non ha nulla da fare se non gli allenamenti con la nazionale di noncapiscocosa in tarda serata. Io abbandono le saghe fantasy e corro al telefono a prenotare la sala comunale per le nozze civili, ma poi mi ricordo che siamo in Italia e rinuncio ad ogni progetto di ufficializzare il nostro indissolubile legame d'amore. Fagocitato dai miei compiti di lavoro, lo perdo di vista e ricomincio ad accumulare stress, che è l'attività per cui primariamente sono stipendiato.

Ieri, parlo con un altro collega, che mi rivela l'identità del bel giovine: trattasi di un astro nascente del cinema italiano, lui, a quanto pare eccellente interprete del Freddo nella serie tv di Romanzo Criminale, che non possedendo io nè Sky nè televisore proprio non potevo (ri)conoscere.
Ce la farò in un fine settimana a scaricarmi tutte le puntate della serie, diventare suo fan e memorizzare le sue battute per stupirlo piacevolmente quando tornerà in libreria?

lunedì, ottobre 19, 2009

Welsh Lifestyle for Dummies/ 1. La Casa/Aelwyd




Spinto dall'esempio luminoso del nostro caro Gino, vorrei insufflare anche io un po' di aria nei polmoni rinsecchiti del nostro blog, dstraendo alcune energie dalla sempiterna lotta contro i robot alieni che ho ingaggiato da ieri sera su facebook. Vorrei cominciare con la mia ultima esperienza (nel senso galileiano, ma non così fortunata) con il microonde, ma non vorrei essere troppo schiavo della cronaca, né soddisfare subito la curiosità spasmodica che, immagino, si sarà già impadronita di voi. Per cui bando al microonde, per ora almeno, e vai con il consuntivo dei miei primi quasi due mesi in Galles.

1. La Casa

Si tratta del vero tormentone di questi due mesi, e, sospetto, dei prossimi tre anni. Probabilmente quas tutti voi avrete avuto, chi più chi meno, un resoconto della mia ricerca lampo della casa, in luglio, e avrete partecipato delle mie angosce. Come ogni volta che compro un vestito, sono riuscito a trovare un appartamento il venerdì e a cambiarlo con un altro il lunedì dopo, ovviamente da Roma, e ovviamente dopo un weekend di patema.
L'arrivo nella casa, a fine agosto, è avvenuto secondo i canoni della mitografia fantozziana: ombrelli dimenticati a Roma, diluvio, autobus che ti lascia ad almeno duecento metri dall'agenzia, arrivo all'agenzia, scoperta che l'agenzia NON ti dà le chiavi, ma devi chiederle al padrone di casa.
LA padronA, nel mio caso, è una signora di mezza età che deve possedere case in tutto il quartiere (ne ho vista almeno un'altra, e di un'altra ho notizie), che pare abbastanza simpatica, e che finora non ha fatto una piega alle mie ripetute chiamate.
La casa ha l'apparenza carina (anche se, Claudio, il bovindo è quadrato [square-window?]) ma a guardare bene le rifiniture sono meno ben fatte di quanto diresti a prima vista. Ovviamente, mia madre, che ha insistito per venire insieme a me con mio padre, se ne accorge subito. I giorni successivi passano infatti con lei che, tra un trasbordo di piatti e uno di vettovaglie, guarda in un angolo di sottecchi e mi fa notare che è una catapecchia. Per poi aggiungere: non è così male, però... solo quando metto la testa nel forno (che tanto è elettrico).
Nel complesso però direi che non posso lamentarmi, anche se devo dire che mi inquieta un po' la mancanza di cassetti (solo uno in cucina). Mi fa pensare alle celle dei serial killer, dalle quali si tolgono tutti gli oggetti appuntiti - quale oscura minaccia avrà voluto sventare Mrs O.P.?
Altre cose strambe ai miei occhi e un po' inquietanti sono la porta che ha solo lo scatto (non le mandate) in ossequio a una fumosa legge anti-panico e anti-catastrofi, e la presenza in casa di un rilevatore anti incendio e di uno anti fumo. Grazie a loro, devo cucinare con ventola al massimo, pentole coperte e finestra aperta. Ho anche un estintore gigante all'ingresso, che per ora serve solo, per fortuna, da appoggia ombrelli.
Ah, sì, e i riscaldamenti elettrici vampireschi, che si avviano solo di notte. E il letto, sostituito da una specie di catafalco di legno inchiodato al pavimento, senza rete. Una cosa mai vista, anche se non ci si dorme male (ma per farlo, bisogna sospendersi a un cavo del soffitto, stile Cirque du Soleil/ Mission Impossible 1). E le porte che hanno tutte la molla tipo portone, e per farle stare ferme ci devi mettere una zeppa.
Per la manutenzioe, subito la prima settimana, un uomo è dovuto venire a vedere cosa (non l'ho mai capito) avesse fatto sì che, una mattina, io non abbia avuto che acqua gelata. La settimana scorsa, ho dovuto far riparare una presa della corrente elettrica, che era saltata. Ah, e ho mezzo bruciato il microonde, ma non è questo l'incidente che volevo raccontarvi, ci sarà un capitolo dedicato a questo misterioso elettrodomestico.
Insomma, con un po' di inventiva, si riesce a sentirsi a proprio agio, specie pensando ad alcune delle case che ho visitato a luglio.



Flashback


Io e mio fratello (ho sempre una spalla familiare nelle mie avventure) arriviamo all'agenzia. Stavolta non piove (ma minaccia). L'agente, K., una ragazzona florida che parla a raffica e ascolta musica commerciale a tutto volume allo stesso tempo, ci carica in macchina e dice qualcosa, tipo:
"Vediamo per primo quello in via Tal dei Tali, che mi mette paura".
Fratello: "Che ha detto?"
Io: "Boh. Non sono sicuro."
Dopo aver rischiato la vita un paio di volte, arriviamo di fronte a una casa. Non il massimo, ma insomma.
Con mio grande sgomento, K. scarta l'entrata laterale, e si dirige verso una porta avventizia aggiunta di lato alla casa, come l'ingresso di un giardinetto. Scopriamo che il lato della casa è più sordido, ma ancor più lo è l'ex giardinetto sul retro, ora asfaltato, dove pendono malinconici dei fili per i panni, e un motore smontato e un barbecue bisunto sono lasciati a sviluppare una coltura di ruggine.
Per raggiungere l'ingresso, bisogna salire una scala antincendio ripidissima, ma l'ingresso è sbarrato da una ragnatela, con ragno annesso. K. chiede scusa al ragno, e sposta la ragnatela. Brivido di inquietudine condiviso tra me e mio fratello.
Bilanciandosi su tacchi alti alti che non le permettono di gestire bene il suo corpo, non enorme ma insomma florido, K. si arrampica timorosa fino in cima, dove ci attende una sorta di scatolone abusivo che si attacca alla facciata in maniera sospetta, come una sorta di escrescenza sul naso di una strega - in sostanza, l'ingresso.
Dentro, la desolazione: un corridoio, su cui si affacciano tre stanze - un bagno, del quale non conservo ricordi, una cucina diciamo essenziale ma con un divano sfondato in un angolo, e una camera da letto in cui sono inseriti a incastro dei mobili bianco sporco degli anni '70, ma ingentilita da stelline fluorescenti sul soffitto (dev'essere un'idea dell'arredatore, per dare una prospettiva ad un ambiente claustrofobico).
Sguardo reciproco tra me e mio fratello. Silenzio. Sguardo reciproco tra me, mio fratello e K., che se fosse stato per lei, manco ci veniva, e fa: "Va beh, andiamo?"
Scendendo, ci rendiamo conto che la scala antincendio in realtà è una specie di scivolo coi gradini: mio fratello, io e ultima K. scendiamo col cuore in gola e aggrappandoci disperatamente al corrimano (col pericolo che K. cada sui tacchi e ci schianti a terra).
Fine del flashback

Ecco, mi sa che sono stato un po' logorroico. Allora alla prossima per la storia del microonde, ok?
Baci


Mammina cara


Scena: Domenica lavorativa. Pausa pranzo. Interno giorno, alla Boulangerie, che è il mio spacciatore ufficiale di cibo quasi quotidianamente.

Come al solito, mi accomodo al tavolino col vassoio che trabocca di piatti, bevo un sorso d'acqua ed estraggo il libro di turno (stavolta si tratta di "Felicità" di Will Ferguson, molto piacevole). La mia lettura è disturbata da un infante che frigna alle mie spalle, e dal brusio delle conversazioni altrui, oggi particolarmente fastidioso. In particolare, trovo impossibile isolarmi dal tono di voce del tizio al tavolo accanto (data la distanza tra i tavoli, praticamente un commensale), impegnato nel difficile compito di respirare tra una frase e l'altra.
"Boh, sai, un po' mi so rotto de ste studentesse..."
Ecco, mi tocca sorbirmi le autocelebrazioni di un sedicente Don Giovanni per tutto il pranzo. Caparbiamente, tento di carpire un senso dalle pagine che ho di fronte. Ma registro la risposta della donna che Don Giovanni ha di fronte (scopro solo ora che è una donna, non guarderò mai i due se non quando si alzeranno da tavola):
"E certo, magari mo c'hai bisogno d'altro..."
"Si, sai che c'è, mà... a parte andacce a letto non è che ce posso fà altro..."
Mà? Mà??? Ma questo sta parlando delle studentesse con cui fa sesso... con sua madre? No, devo aver capito male...
"Eh, tesoro mio, mo magari te devi concentrà più su una donna, no ste regazzine che dici..."
Ormai il mio libro è infinitamente meno accattivante della conversazione tra uno scapolo dalla dubbia dirittura morale e la sua forse madre, incredibilmente a suo agio nell'ascoltare le confidenze intime del figlio.
"Sì, Mà, c'hai ragione, sò proprio regazzine...". Mio Dio, è proprio sua madre. E mi chiedo... ma quanto regazzine? Università? Liceo? Medie??? Non so cosa mi trattenga dal voltarmi e chiederglielo, troppa è la curiosità. E poi vorrei anche guardare in faccia questo magnifico esemplare di maschio latino, che ha evidentemente uno stuolo di giovani fanciulle che lo tampinano, ma non ne ho il coraggio.
"Comunque, Mà, mo sto mezzo a frequentà una, lo sai? na donna!"
"Ma dai, bello mio. E chi è, chi è?"
"Eh, na bella ragazza, seria, affidabile..."
"Ah, sì?"
"Pensa, viene dalla Carnia!", frase detta con enfasi, come se avesse dichiarato di stare per sposare la principessa del Siam... evidentemente la Carnia per Don Giovanni ha un fascino esotico irresistibile.
"Dalla Carnia? Ma dai!", anche Mà è in visibilio. Mi chiedo quale ruolo abbia giocato la Carnia nella vita di quel nucleo familiare, e soprattutto mi chiedo se forse sia io a ricordar male dov'è situata geograficamente questa mitica regione.
"Sì, sì, dalla Carnia. E infatti parlavo con un amico l'altro giorno, me lo diceva, le persone della Carnia sono... serie, come dire... affidabili. Cioè, so gente chiusa, so friulani, è chiaro, però so bella gente... seria."
Vengo confortato dal posizionamento della Carnia lì dove ricordavo fosse, ma cresce lo sconforto per l'accavallarsi di tante banalità.
"E chi è questa, che fa?" chiede Mà.
"Pensa, è avvocato, è intelligente, pure na bella ragazza. Alta, bionda... ah, pensa, se chiama Fleur!!!"
"Uuuuh, ma che bel nome, ammazza..."
"Sì, Fleur... Fleur Isabella Casanova, pensa..." (registro il frequente invito rivolto a Mà, "pensa").
"Casanova? uh ma proprio un bel, bel nome... Casanova, è tutto dire... uuuh!" (temo che l'invito a pensare rivoltole dal figlio rimanga il più delle volte inascoltato).
"Sì, Mà... e sai come l'ho conosciuta? che storia... me l'ha presentata Francesca, te la ricordi, Francesca?"
"Oddio, Francesca... quale?"
"Francesca, quella che me so portato a letto un po' de volte..." (comincio a provare un po' di imbarazzo al pensiero che quella donna conosca a menadito la lista di conquiste dell'irrefrenabile rampollo).
"Ah, sì, Francesca, come no, quella mora..."
"Eh, brava... insomma, Fleur è un'amica d'infanzia di Francesca. Che succede, lei scende a Roma, Francesca organizza una cena, e là ci conosciamo... cinque minuti e già stavamo... là, sai..." (mi chiedo per cosa stia il "là" nel linguaggio segreto dei due... "è scoccata la scintilla"? "ci siamo baciati"? "mi aprivo un varco tra le sue gambe"?).
"Uuhhh ma non mi dire... e Francesca?"
"Eh Francesca non lo sa... pensa che ancora ce spera, con me... non l'ha proprio capito che non me interessa... proprio l'altra sera me la so portata a letto."
Aspetto un rigurgito femminista di Mà, un moto di compassione per una donna come lei, una ramanzina appena accennata a quello scapestrato del figliolo... macchè. Come il suo bambino, anche lei ormai ha solo orecchie per la donna esotica... Fleur.
"Ma Fleur sta a Roma?"
"Eh, no, Mà... Fleur sta in Carnia! però ci sentiamo... ieri siamo stati due ore al telefono. E poi c'abbiamo Facebook! Mà, te lo dicevo, ormai Facebook è fon-da-men-ta-le!"
"Sì, fondamentale..." (Mà ormai pende dalla bocca del figlio, estasiata da cotanto saper stare al mondo).
"Eh, così ci teniamo in contatto, ci sentiamo... Mà, pensa che je dico pure le porcate..."
Non credo alle mie orecchie. Ormai sto ridendo sfacciatamente, simulando che il mio divertimento provenga dal libro che continuo a tenere aperto come alibi. Ora, penso, Mà chiederà garbatamente al figlio di non entrare in particolari. Una parte di me lo spera, l'altra vuole scoprire fino a che punto possono arrivare questi due magnifici personaggi. Vince la parte più curiosa, ovviamente.
"Come le porcate? Uuhh ma che dici?"
"Ma si... oddio, no proprio cose pesanti... però sai, cose tipo non sai che te farei, voglio fà sesso con te... cose così. A Mà, lo sai che ho scoperto, che alle donne je piace se fai un po' così... esse trattate un po' da zozze, ogni tanto. Ma sempre con buongusto, con classe."
"Certo, la classe ci vuole..."
"Ecco, sì, e insomma je ne dico tante... Mà, ci piacciamo proprio. Glielo dico sempre, non sai che te farei..."
"Figlio mio, speriamo che sia quella buona... (è la prima frase da madre che sento dire a Mà).
"Eh, sì speriamo... Mà, mo andiamo, s'è fatto tardi. Devo fà un po' de giri..."
"Sì, sì, andiamo bello mio..."
"Sì, che devo andà pure in farmacia... a comprà... beh, lo sai, no... i preservativi..."
"Uh, Dio..." (qui colgo lo sconcerto della donna, sull'unica frase del figlio che invece meriterebbe un plauso... almeno fa sesso sicuro).
"Eh, Mà, siamo in una società moderna, il mondo va così..."

Sipario. Si alzano. Don Giovanni va verso la cassa, e finalmente lo posso guardare in tutto il suo splendore. Basso, tracagnotto, bruttarello. Chissà cosa insegna. Sento Mà che traffica con la borsa accanto a me, e mi volto a guardare anche lei. Una donnina esile, capelli bianchi cortissimi, discretamente elegante. Sguardo truce rivolto a me, come a dire che sa che ho ascoltato tutto. Mentre torno candidamente a fingere di leggere, lei parla ad alta voce al figlio: "Ah, comunque ho dato un'occhiata a quell'articolo per il Corriere... penso che lo possiamo pubblicare!".
Tentativo apprezzabile di darsi un contegno, ma purtroppo inutile. Terrò tutto con me, lei, il figlio, le mirabolanti avventure di letto di lui... e soprattutto Fleur, l'esotica Fleur... anzi, vado subito a cercarla sui profili di Facebook. Che, sì, è fon-da-men-ta-le... ma questo ormai sfugge solo a Mà.

giovedì, luglio 09, 2009

In Memoriam Michael Jackson

Mi sembra appropriato pubblicare un epicedio per Michael.
Come sicuramente saprete, per essere stato ampiamente riportato, il buon Jacko è morto - oserei dire - di punto in bianco.
Ora, dopo aver essere sprofondato nella nostalgica tristezza che si addiceva all'evento e ancora con un catalogo multimediale che (come la classifica di Billboard, Amazon, I-tunes etc...) che trabocca anni '80, vorrei condividere i motivi per cui mi dispiace proprio tanto.

Mi dispiace perché il video di "Thriller" è stata la cosa più bella vista nel 1984 (alla pari del catello di Greyskull) e ogni volta che passava in TV negli anni '80 mi sembrava un capolavoro.
Mi dispiace perché "Bad" è stata la colonna sonora delle feste della IV e V elementare e ricordo quando e dove acquistai la cassetta (antiquato supporto analogico).
Mi dispiace perché "Moonwalker" era un brutto film, ma un bellissimo videogioco: sconfiggere i cattivi a passo di danza, o camminando all'indietro, ha un che di poetico.
Mi dispiace perché "Dangerous" era un bel disco: CD avuto in regalo nel Natale 1991, che mi permise di togliere dalla piastra i Queen (fresco lutto anche allora). Sei mesi dopo, a Roma, con Gino saremmo andati a vedere il concerto.
Mi dispiace perché l'ho visto ballare dal vivo: riverderlo, anche se invecchiato, sarebbe stata sicuramente un'esperienza.
Mi dispiace perché "History" mi ricorda delle mattine passate in terrazzo a Rimini, mentre mio fratello andava a fare gl iesami di III media e io mi preparavo ad andare in Inghilterra per la prima volta.
Mi dispiace perché ha scritto alcune canzoni bellissime.
Mi dispiace infine perché, nel corso di tutti questi anni, si è sempre parlato - nel bene e nel male - di MJ: dalle sue prime stranezze, alla chirurgia plastica, al cambio di colore, alle accuse (pare ora ritrattate)... e se uno fa notizia per 30 anni, ci si abitua alla sua presenza, lo si considera comunque presente. Soprattutto se la sua voce, trasmessa in continuazione per anni, ha accompagnato tanti momenti della vita.

Insomma, è cme

domenica, luglio 05, 2009

GGG Friends taken by the FB


Car@,

qualcuno leggerà mai queste righe? Il delirio di Fabri, una settimana fa, è stato l'unico segno di vita del blog da marzo. Ahimé, bisogna constatare che i GGG Friends sono stati ormai tutti risucchiati nell'anonima marmellata di FaceBook, dalla quale lanciano ormai epigrammatici segnali di disagio esistenziale al posto dei sapidi raccontini che la struttura del blog permetteva di elaborare (con un po' di fatica in più).

Come uno degli ultimi ad essere stato risucchiato nell'anomalia dimensionale, mestamente saluto questa casa ormai abbandonata con il patetismo che mi contraddistingue, in attesa di abbandonare anche la mia casa fisica.

Sigh.

E speriamo che Geena Lovejoy voglia chiudere ufficialmente il blog, così come, da par su@, l'aveva inaugurato.

Baci (a chi?)

venerdì, giugno 26, 2009

LA LTTER ACCA NON FUNZIONA SULLA IA CAZZO DI TASTIERA...

O UN ACCOUNT SU FACE....NON CE LA FACCIO....

INVECE è VERO... LA DROGA FA MALE...FA MALE...E FA MALE... MA SMETTERE A VOLTE NON SI PUO'...

BACI MIEI MARINAI...APPENA O CAPITO COME FACCIO A FARMI 18984734575875965869584733849 AMICI CI SI VEDE SULL'ALTRO PORTALE...'NOTTE!!!

domenica, marzo 15, 2009

Patrick Wolf: il Ritorno della Recensione della Settimana


L'uggia provocata da Veltroni/Guevara (Veltrara? Guevroni?) e dalle nostre vite personali ci ha impedito di postare una cosa purchessia. Vorrei quindi ridare una sferzata musicale colorata e gaya a questo blog segnalandovi Patrick Wolf, cantante che è stato anche oggetto di maltrattamenti da parte della sicurezza di un concerto di Madonna perché si baciava col suo fidanzato:

Patrick ha avuto un'infanzia problematica, ed è tutt'ora un giovane uomo tormentato
ed è autore di tre album molto belli, che si inseriscono in quel filone "musica bislacca e inetichettabile" in cui altri cantanti di orientamento sessuale incerto, a cominciare dal pur diversissimo Antony, sguazzano.

Per darvi un'idea, vi posto due video da YouTube, tratti entrambi dall'ultimo album di P.W., The Magic Position.

http://www.youtube.com/watch?v=HeR9_7cACUc&NR=1 (The Magic Position, title track)


Ascoltate e credete!!! (Flavia e Gino, mi raccomando soprattutto a voi!). Oltretutto, è pure un bel ragazzo.

giovedì, febbraio 19, 2009

ERA ORA; IO L'AVEVO DETTO; ETC.ETC...


Cari voi tutti miei amici democratici:

stavo quasi per resistere alla smisurata voglia di dire "io l'avevo detto", pensando che voi piccoli democratici rampanti dovrete ora fare i conti e i sorteggi dovuti fra Letta (nomen omen) e il più fresco Bersani...ma ho appena finito di ascoltare i rimpalli imbarazzati dei "dirigenti" del PD dopo una battuta di Walter sul colore del simbolo e l'inno d'Italia e alla fine posso solo comunicarvi con sconfinata amarezza i dati che non possono essere smentiti da nessuna capriola politica piddista:

1; Esattamente un anno e 4 mesi fa in Italia esistevano 2 compagini distinte della sinistra (DS; Rifondazione) che insieme arrivavano a coprire quasi il 25% dell'emiciclo parlamentare.

2; A fianco di queste due venivano fatte sopravvivere le Balene democristiane che amavano farsi chiamare per lo sberleffo di tutto l'universo "La Margherita", che da sola arrivava al 15%.
Aggiunto al punto 1 fa il 40%.

3; Di Pietro era più o meno nessuno.

4; Esisteva una dialettica politica non degna certo dello scontro fra Andreotti e Berlinguer, ma c'era, al grado zero o poco più, ma c'era. Inoltre la strana alleanza a sinistra teneva alle amministrative.

5; Walter faceva il sindaco di Roma. 

6; Tutto questo a Dio andava bene.

7; Lo pseudo-governo di sinistra teneva botta e navigava a vista senza fare nulla.

DOPO SEDICI MESI:

1; E' rimasta una sola compagine a sinistra ("di" credo sia troppo per tutti) che non supera in realtà per conti e sconti da legge elettorale il 30% dell'emiciclo sacro.

2; Il nulla della dialettica di allora si è trasformato nell'imbarazzo di liti di partito perchè sono tutti nello stesso partito, quindi non si dialoga: se si fa parte dello stesso partito non si è in disaccordo, o si litiga o si è in pieno e acritico accordo...

3; Di Pietro si è trasformato in un fenomeno da baraccone: lui sarebbe l'opposizione cattiva e cazzuta...no, ma dico... poi dico le parolacce... 

4; Il PD non ha mai incrementato un solo voto nelle 3 tornate elettorali post-politiche, e in più continua a perdere sul terreno amministrativo rispetto a DS+Rif.Com.

5; Alemanno fa il sindaco di Roma.

6; Il fatto più agghiacciante è che il numero dei voti per la destra resta più o meno inalterato dalle ultime politiche a oggi (devo ancora controllare il dato sardo, ma più o meno ci siamo). Hanno fatto tutto da soli.

Era giusto per tutti noi affrontare il varo di un titanic politico come mai s'era visto? Ma ammasso che questo fosse stato scritto nel liber praedestinationis a qualcuno sarà pur venuto in mente che se fosse andato tutto a puttane era necessario un piano B? Walter se ne va e le loro espressioni sono le stesse dei bambini lasciati all'asilo il primo giorno di scuola... 


martedì, febbraio 03, 2009

Comunicazoni di Servizio


Ma ve l'ho detto che il 16 Feb vengo a Roma? Resto fino al 28. Un po' tra capo e collo, mi rendo conto..

giovedì, gennaio 22, 2009

Chi vi ricorda?

(Dedicato in special modo a Flavia)


mercoledì, gennaio 21, 2009

Il mio nuovo guru!!!

sabato, gennaio 10, 2009

Il mistero della levitazione su quattro dita

Pensavate forse che me ne fossi dimenticato? O che la senilità, rapidamente avanzante (evidente nel lapsus di capodanno, per il quale non ho scuse, salvo che di filosofia non ho mai capito nulla), mi impedisse di ragguagliarvi alfine con una pedissequa spiegazione?
E invece, dopo lungo tempo (ma la ricerca, si sa, è spesso lenta a ottenere i risultati, in barba ai nuovi criteri di valutazione di merito per le università), ecco a voi la spiegazione del gioco passato alla storia come "La Magia di Jayan".

A parte che il peso di una persona media, diviso quattro non è impossibile da sollevare con due dita (ma anche fossero 100 kili, si avrebbero 25 kg a testa, ovvero 12,5 per braccio... Insomma il normale peso di una borsetta o di una busta della spesa) il punto fondamentale è che il corpo umano non è rigido. Questo ha due conseguenze: prima di tutto che se la persona seduta si irrigidisce ed raddrizza la schiena è molto più facile da sollevare rispetto alla stessa identica persona che si affloscia a 'mo di polpo sulla sedia; la seconda cosa è che la fatica che si fa a sollevare la propria quota di peso con due dita dipende moltissimo dal tipo di azione che si fa fare alla muscolatura: al primo tentativo la gente può anche sollevare in maniera coordinata (altro fattore di successo: di norma al primo tentativo la spinta è distribuita in modo difforme) ma - tranne casi particolari - mette la forza nell'avambraccio invece che nelle dita. Di conseguenza la leva diventa estremamente sfavorevole e sollevare il peso è estremamente difficile. Far compiere un qualsiasi giochino con le mani che obblighi le persone a concentrasi su di esse (come farle mettere una sopra l'altra a poca distanza ma senza toccarsi) cambia, a livello inconscio, il punto dove si focalizza l'azione e quindi la forza viene applicata sulle dita (o sulle mani) rendendo la leva molto migliore e quindi la fatica fatta molto più bassa.
(fonte: adattato da Wikipedia Oracle)

Un'altra spiegazione, data da tal Andrea Laporta di Genova, merita di essere citata letteralmente:
Anche io conosco questo gioco, me l’ha spiegato mio padre, e l’ho fatto… Ho chiesto una spiegazione al massaggiatore della mia scuadra [sic!] e mi ha detto che probabilmente è perchè con le mani interrompi un asse che parte da una specie di nostro baricentro chiamato vertex e che va verso l’alto e ci consente di camminare eretti..interrompendo questo asse è come se l’uomo sotto non subisse per qualche istante l’influsso gravitazionale e allora lo riesci a tirare su!
Della serie, "Io fisica l'ò studiata a squola ma mica che andavo tanto bene"!

martedì, gennaio 06, 2009

impara l'arte e mettila a disposizione degli amici

Io di anni ne ho solo 28.
Dovrei essere facilitata rispetto a voi eppure trovo estremamente difficile pensare a 28 importanti verità conosciute e sperimentate nella mia breve (ma alla fine non così tanto) vita.
Ah… sicuramente ho imparato che ci si deve buttare e provare e tentare, quindi, mi butto:

1. Per aprire i barattoli di marmellata esiste anche l’opzione “ficca un coltello nello spazio tra il barattolo e il tappo”. Sporca meno rispetto al lancio del barattolo sul pavimento ma solo a patto che si riesca a non zoncolarsi un dito, nel qual caso sporca di più.

2. Sempre in tema di apertura di oggetti da cucina con utensili vari ed eventuali, per aprire bottiglie di vino imbottigliate a livello casalingo (quindi con quei terribili tappi di plastica bianchiccia) si può ricorrere al forchettone da cucina per l’arrosto da ficcare, al solito, tra il tappo e il vetro, e fare perno. Anche qui il rischio di menomazioni fisiche è notevole ma alla fine chi non risica non rosica.

3. Per Flavia. In alternativa alle pasticche per le dentiere ci sono, sempre della kukident, le pasticche per pulire l’apparecchio per i denti. Il meccanismo è lo stesso. Fammi sapere se funzionano per sbiancare le tazze sporche di tea con la stessa efficacia. (è possibile, per evitare di sputtanarsi con tutti i farmacisti di zona, sbiancare tazze e quant’altro con della candeggina… l’importante è poi lavare bene via la candeggina…)

4. Non credo che in amore vinca chi fugge. Vince chi se ne sbatte. Fuggire come tecnica da rimorchio non funziona. Solo, si aspetta di più per scoprire che non t’ha seguito nessuno.

5. La religione è il male supremo. E vincerà sempre. Nessuna teoria, per quanto affascinante, potrà mai superare la promessa dell’eternità. Siamo relegati a questa vita. La santa madre chiesa (qualunque chiesa) può promettere una vita oltre la vita. E nessuno è mai tornato indietro per smentirla.

6. Essere superiori ripaga sempre. Magari ci si mette un po’. Magari non ti togli la soddisfazione come sommergendo di insulti o sputi il prossimo, ma alla lunga resti dalla parte della ragione. Non sempre però ci si riesce…

7. Un modo efficace per sbiancare i denti (o le unghie per i giovani fumatori) è passarci un limone e del bicarbonato. Garantito.

8. Per mantenere saldi e duraturi i rapporti umani serve, oltre al lavorio ai fianchi, un profondo equilibrio. Ci si può amare, odiare, volersi bene, farsi una scopata, una tresca, essere amici di penna. L’unica cosa che conta è che le parti siano in perfetta sincronia per quanto riguarda tempi e modus operandi. Sennò rischia di andare tutto a puttane.

9. Il vino per cucinare secondo me ci sta tutto. In alcune cose serve per sgrassare, in altre insaporisce (tipo nel risotto). E mentre cucini bevi. Della serie un bicchiere a me uno alla pentola… tutti felici.

10. Posso francamente dire che a 28 io dell’amore non c’ho capito molto. So di cosa ho bisogno. E so cosa mi piace. Spesso però le due cose non coincidono.

11. Per disegnare, o meglio, per ricopiare un disegno, il modo migliore per chi non è troppo abile con proporzioni e tratti è quello di mettere l’originale sottosopra. Insomma, ricopiare al contrario. Anche qui, garantisco di persona.

12. Tacere un po’ di cose rende le persone più misteriose. E un’aurea di mistero rende le persone più affascinanti. Sono anni che provo a non divulgare quotidianamente i cazzi miei. Ma proprio non ne sono capace. Mi rifaccio sul versante simpatia…

13. Quando si sta male (fisicamente) si dovrebbe stare a letto e farsi accudire.

14. Quando si sta male (psicologicamente) si dovrebbe uscire, muoversi e sfogarsi.

15. La musica influenza i nostri stati d’animo. È terapeutica. Basta decidere di mettere su musica terapeutica.

16. È scientificamente provato che sorridere (fisicamente) comporta una maggiore predisposizione al buon umore. Il test: hanno fatto leggere delle barzellette (le stesse) a due gruppi di persone, a ciascuna persona del primo gruppo era stata data una matita da tenere tra le labbra (senza toccarla con i denti), a ciascuna persona del secondo gruppo invece era stata data una matita da tenere tra i denti (senza toccarla con le labbra). Risultato: il secondo gruppo, che “sorrideva” mentre leggeva le barzellette, le ha trovate molto più divertenti del primo gruppo.

17. Le foto digitali sono state una svolta. Per evitare di fare come la sottoscritta che ha recentemente perso le foto di due viaggi (giappone e usa, per un totale di circa 1000 scatti) consiglio CALOROSAMENTE di salvarle su più supporti e di stampare subito quelle più belle (x fabri, non è che sul tuo computer per qualche strano motivo ci sono alcune delle foto da me perse???)

18. Consigli salutisti per chi soffre di insonnia: bagno o doccia calda, tisana o camomilla e a letto con un bel libro di quelli pesanti (tipo un libro di diritto… o, ma non per i filologi di professione, un bel mattone di filologia).

19. Consigli non salutisti per chi soffre di insonnia: mega party, tonnellate di alchool e un quantitativo di cannabis degna di un rasta.

20. Consiglio per l’uso della cannabis davanti alla tele: niente coperta di pail.

21. Se avete deciso di non usufruire della pillola di saggezza di cui al punto precedente (di cui dovrebbero far tesoro anche i tabagisti legalizzati, pur se con meno attenzione), e piangete copiose lacrime di coccodrillo per il quantitativo di buchi non più scusabile, prendete “il fu” pail, tagliatelo a quadrati grandezza presina da cucina, cucite i bordi grossolanamente e con fili di diversi colori e unite poi in modo assimetrico i quadrati di pail in modo da formare una sciarpa. Se viene bene avete risparmiato sui regali di natale per l’anno prossimo, se viene male avete fatto esperienza per poter finalmente attaccarvi i bottoni della camicia da soli.

22. Ci sono limiti di cui gli essere umani dovrebbero essere maggiormente consapevoli. Primo tra tutti quello derivante dai gap generazionali. È inutile insegnare alla nonna a mandare i messaggini sul cellulare. Anche perché la nonna probabilmente non saprà accenderlo.

23. Fin da quando avevo 14 anni ho l’assoluta certezza che la mente sia l’organo più potente che esista nell’essere umano. Tra gli organi surclassati ci metto anche il cuore. Credo che con un po’ di allenamento si possano dominare tutta una serie di emozioni e “stati” al punto da eliminarli. Per tutti le fobie di ogni genere e le varie malattie psicosomatiche. (ma secondo me si potrebbe anche andare oltre).

24. L’eleganza è una dote rara. Chi la possedeva all’epoca d’oro riusciva ad essere elegante anche con i vestiti anni ottanta. Per tutti gli altri provo una profonda compassione.

25. Ho capito che la storia secondo la quale il cucchiaino nelle bottiglie di vini frizzanti li mantiene tali è una emerita cazzata, nonostante regni sovrana nelle case degli italiani. Il vino si sgasa comunque.

26. I detti e proverbi (ma sono la stessa cosa?) hanno sempre un fondo di verità. Come ha fatto notare max il 2008 ne è l’esempio più calzante…

27. Quando si ha una lunga lista di cose da dire alla penultima non si sa cosa scrivere e come fare a terminare la lista.

28. All’ultimo punto invece d’improvviso il cervello lavora senza sosta e come minimo la lista continuerebbe per altri 20 punti.