giovedì, marzo 20, 2008

Tootey ahl chee-nay-mah-tow-grah-phow???

Se qualcuno avesse dubbi sulla risposta affermativa, veda il trailer sul sito http://www.coverboy.it/. Per chi pensasse che il mio (e di Carlo) interesse sia solo una superficiale risposta alle veneri del protagonista (ma anche il coprotagonista non è male) sappiate che si tratta di un film di denuncia sociale, e che c'è anche la Littizzetto. Chi ha ancora dubbi sull'ingresso della Romania nell'UE si ricrederà.
Da vedere e ri-vedere, da soli e in compagnia.
Auguri cari e care!

lunedì, marzo 17, 2008

Mee scoozee..ay kwee kay pahsah il boos payr Chee-nay-chee-tah?


Così scrivo per farmi intendere dalla romantica donna inglese...

mercoledì, marzo 12, 2008

Angels in Bologna


Oddio nun ce se crede... finalmente, dopo quasi un mese di doglie, la fottuta Vodafone mi ha concesso la tanto sudata internet key. Eccomi, pulcini miei!
Visto che devo controllare milioni di mail e messaggi dai miei vari siti di acchiappo, sarò breve... Nell'emblematica foto che ho postato, è ritratto uno scorcio del mio suggestivo alloggio felsineo... come vedete, ai piedi del letto riposa un originale paravento/separè con gli angioli di Raffaello, che mi danno il buongiorno ogni mattina. Potrete immaginare come, con un simile risveglio celestiale, ogni giornata inizi coi migliori auspici. Il mio ottimo umore continua ogni dì con l'amena passeggiata fino al lavoro, quindici minuti sotto i portici con la musica a palla nel lettore mp3. Dato che non sono più uno scaricatore di porto, anche la qualità del lavoro è migliorata a dismisura: otto ore passano in fretta, e con una pausa pranzo di un'ora e mezza a suon di tortellini o cibo etnico capite bene quanta sia la soddisfazione.
Il negozio in cui mi hanno assegnato sembra un magnete per gente dai costumi sessuali equivoci: non passa giorno che non ci sia uno sciame di frociume a razziare i cd della berté o i film della serie "queer". In tutto ciò, mi do anche alle notti brave in Salara, per le serate del Cassero (posto meraviglioso); ho conosciuto il dj e il presentatore/organizzatore, con cui tra l'altro sono stato a teatro a (ri)vedere Paolo Poli insieme alla collega frociarola. Insomma, devo dire che sguazzo nel mare Bolognese come se ci vivessi da mesi e mesi... e Roma non mi manca affatto. Voi si, Roma no. Ah, mi sto addentrando nella compagnia di Antony and the Johnsons anch'io... al Cassero ho anche ballato su un pezzo dance cui il nostro presta la sua mirabile ugola. Mi farò dire il titolo e ve lo passerò, così magari (parlo a Fla&Max ovviamente) uscirete un po' dalla spirale autolesionista...
Vi bacio, e credo ci vedremo a Roma per Pasqua... intanto ciau!!!

martedì, marzo 11, 2008

Post/urale

Bene, il passo è stato fatto: non perché io abbia smesso di fumare (non potrei neppure volendo, visto che non ho mai cominciato), ma per raddrizzare le sorti della mia schiena e per riavere una immagine di me che corrisponda, se non al canone di policleto, almeno a quello dell'homo erectus (non dico neanche sapiens, che, come tutti sanno, è ormai estinto).
Mentre voi vi sciogliete in lacrime sulla calorica cioccolata con panna, io mi sono iscritto al tempio del fitness (nella foto la preghiera rituale, versione aerobica di quella musulmana) sotto casa con un abbonamento TOP che mi permette, se voglio, di consumarvi intere le mie giornate (escluso pernottamento). Essendomivici recato sabato, ho anche potuto usufruire si un prezzo speciale per il giorno della donna (! si vede che i loro occhi ci vedono meglio?), che mi permetterà forse di non finire in bancarotta.
Ieri sera ho fatto la mia prima lezione di ginnastica posturale, avvertito da tutti che sarebbe stata una noia mortale. Ebbene, per quanto io possa confermare che sia stata la mezz'ora più lunga della mia vita, confesso che non ho avuto tempo per annoiarmi, perché troppo impegnato a soffrire: immobile in una posizione da antenna parabolica o da crocifisso contro uno specchio (ecco dove prende certe idee Madonna: al corso di posturale) sudavo, un po' per l'imbarazzo, un po' per la pena indicibile.
Ma già mi sento restituito un po' alla forma umana: presto prenderò anche lezioni di pilates (Flavia, avremo un nuovo argomento di conversazione, dopo gli stati maniaco-depressivi indotti da Antony!) e comincerò a pensare che la risurrezione dei corpi non sia solo oppio per i popoli.
Gioite per me, che entro nella nuova (?) vita.

lunedì, marzo 10, 2008



Un ultimo commosso saluto..guardatela così come si offriva, prima della tragica fatalità, allo sguardo rapito del cioccolatomane lactoossessivo-compulsivo.

E a chi proprio non ce la fa consiglio la visione del sito internet (lo sapevate??)...e pensare che resisteva da più di un secolo..

sniff...lascerà un vuoto incolmabile.

domenica, marzo 09, 2008

Dicotomie Scomparse, ovvero Superare il Manicheismo Oggi.

Il computer, come è noto, funziona elaborando stringhe di informazioni complesse ma che possono essere ricondotte tutte all'unità minima del bit, che poi altro non è che un solo carattere a scelta fra"1" oppure "0". In pratica la macchina elabora sequenze di "1/0", "Si/No", "Acceso/Spento", per poi elaborare la sua personale realtà, il suo mondo, e mostrarci il contenuto di quell'informazione. Se questo vi pare strano, considerate che non è certo colpa della macchina, la quale si limita a fare ciò per cui è programmata. La colpa, o meglio la "causa", di questo è l'Uomo.
L'essere umano infatti ragiona - per quanto con infinite variabili in più - in modo dicotomico: si comincia fin da piccoli, con la classica domanda "Vuoi più bene alla mamma o al papà", e - attraverso un lento addestramento - la mente si abitua a scegliere fra due e solo due alternative possibili. In ogni caso infatti, anche quando la scelta sarebbe teoricamente illimitata, si giunge a considerare una coppia alternativa e a selezionare una preferenza all'interno di essa; pensate alla scelta di quale gusto aggiungere per ultimo alla vostra coppa di gelato, o a quale colore dovranno avere le vostre lenzuola quest'anno: si sceglie un gusto o un colore e poi, accostandogli rapidissimamente tutti gli altri si svolgono delle vere e proprie "eliminatorie", mandando avanti quello che "passa il turno".
Questa dicotomia eternamente presente trovava un tempo la sua massima esplicazione in concetti che - a noi moderni - fanno sorridere teneramente, rivolgendo il pensiero a quegli antichi e (diciamolo pure) ingenui umanoidi che su essi basavano la loro vita: Notte-Giorno, superata dall'ammaestramento del fuoco e poi dall'elettricità; Freddo-Caldo, annichilita dagli ambienti climatizzati e dai mutamenti climatici; Uomo-Donna, passata di moda ben prima dei rivolgimenti metrosessuali; Algida-Eldorado, scomparsa con la reductio ad unum ovvero con la conciliazione degli opposti, poiché la prima ha inglobato la seconda. Questo caso di sintesi, che dapprima pareva tanto mirabile e eccezionale è - in questi anni- sempre più frequente: si pensi a Windows che funziona su Macintosh, all'Einaudi comprata da Mondadori, o alle dicotomie Intrattenimento-Informazione o Destra-Sinistra, che pressto saranno oggetto di seminari o convegni per archeologi.
Tutto questo per dire che ne restavano poche ancora operanti, ancora opposizioni reale di due scuole di vita e di pensiero: Pellacchia-Portofino.
Ecco, oppresso dal ruolo di necrologista, annuncio quello che ormai avrete capito, anche se non volete dirvelo: Pellacchia non c'è più.
Ne danno il triste annuncio gli obesi di Prati tutta e i viziosi amanti delle cioccolate dense e cremose e dei gelati serviti in coppetta di ferro. Al suo posto, una gioielleria anonima e sicuramente sfortunata, dove continuerò a chiedere che mi servano cornetto e cappuccino.
Portofino ha prevalso, non per meriti, non per composizione dell'opposizione, ma per caduta sul campo dell'avversario. E questo è male: come sibariti festanti, saranno duramente castigati da quanti non gli concederanno la vittoria non conquistata sul campo!
In quanto a noi, resteremo avvinghiati all'ultima opposizione rimasta, quella fondamentale fra cammello e dromedario, sperando che a qualche ortopedico del WWF non venga in mente di aiutare quelle povere bestie.
Baci luttuosi

giovedì, marzo 06, 2008

Memorie di un Travet

Come non sapete, tranne i pochi sfortunati che si sorbiscono le mie ormai insopportabili lamentazioni, è un periodo di lavoro intenso e di scarne soddisfazioni.
Per mondare in parte la mia coscienza, vi renderò partecipi di quanto accade nelle mie ormai non più deliziosamente vuote giornate, raccontandovi come io sia giunto a questo punto.
Ovviamente è necessario fare un passo indietro (d'altro canto, almeno dal Genesi, ogni storia inizia dal principio): come ricorderete c'era un tempo in cui, terminato lo stage presso la casa editrice, mi ero ritrovato senza lavoro. In quei giorni, preso da chissà quali crisi, mandavo curricula a destra e a manca, ipotizzavo modi più o meno leciti di procacciarmi il vile denaro, e sognavo un modo migliore... Fu così che, incautamente (ma posso dirlo solo ora) accettai di lavorare presso il Bookshop di una mostra, dicendo a me stesso: "Ah bene! Avrò tempo per leggere...". Come potrete ben immaginare, quello che nelle mie previsioni era un passatempo pagato, si è tramutato in un incubo: non tanto perché (in virtù un po' della mia maggiore esperienza, della mia naturale attitudine al problem solving immaginifico e alla leadershp, un po' grazie alla conoscenza del responsabile e del suo referente) passo giornate murato vivo a palazzo Venezia, uscendone a volte dopo le 10 di sera, quanto perché nelle giornate "morte" entrano più di 600 persone... E si sfiorano i 2000 nel fine settimana.
Ma va bhé, fosse solo quello, sopravviverei...
Ricordate infatti che avevo spedito curricula urbi et orbi? Ebbene, il 10 febbraio ricevo una chiamata da uno studio editoriale che mi propone un test: senza problemi (come avrebbe fatto un oqualunque di voi) supero con eccellenti risultati il suddetto e vengo inserito nello staff di un progetto a brevissima scadenza come revisore... Non si poteva certo rifiutare, anche se la mia "naturale" modestia e la consapevolezza di non avere molto tempo mi spingono ad accettare una quota minima di lavoro. Esso consiste nel controllare che un file (datato anni '60) sia stato trascritto correttamente e nel segnalare tutta una serie di dubbi, da forme desuete a stili eccessivamente arcaizzanti, a errori veri e propri. Essendo per natura un cacacazzi, capirete come il mio file di dubbi fosse una serie di puntigliose notazioni: eccessive per qualsiasi essere umano (e infatti - nel corso di una lunga telefonata con il mio capo - è stato scorciato dalle 30 pagine iniziali, a una scarsa). Ma questo mi ha messo in ottima luce (peraltro non suffragata da nient'altro) e mi è stato affidata, in ancora meno tempo, la revisione di un lavoro teoricamente già fatto, ma fatto malissimo da uno che credo sia stato cacciato via con infamia, e quel che è peggio 4 volte più grande di quello che avevo finito. Come la contadina che filava oro, e ogni volta doveva filarne di più per accontentare il re, mi ritrovo con una mole di lavoro immensa... Ma lei aveva Praseidimio (o Rumpelstizchen se preferite) che faceva tutto il lavoro, in cambio del primogenito (e che sarà mai...)!
A questo aggiungiamo un ultimo dettaglio: domenica la mia Domina, pulchricomata e rubiconda come sempre, mi ha fatto sapere che sarebbe uscito fuori un nuovo manoscritto del mio testo anteriore al XII secolo e pertanto da inserire nella tesi e nell'articolo... Senonché questo codice è nella biblioteca del vaticano, chiusa a tutti fino a data da destinarsi... Se non si trova una riproduzione, dovrò adoperarmi per diventare Papa entro un pio di mesi e poter entrare e uscire come mi pare, sottolineando i manoscritti con l'evidenziatore rosa.
Vi bacio tutti e torno al lavoro.

sabato, marzo 01, 2008

Nevada Kedavra


Non ho trovato le balle di fieno, senno ve le avrei messe, ché tanto vi meritate. Vengo qui, controllo se qualcuno ha lasciato una traccia, un post o un commento, e di nuovo lo sconfortante nulla. Ecco cosa siete: aridi e avidi ritensori dei vostri stessi aneddoti. Dev'esserci uno studio di Freud su questo. Nel frattempo, io mi avvio a passare i prossimi mesi da pendolare. La mia esperienza con i marmocchi si è conclusa, traumaticamente come era iniziata, martedì scorso. Ho rosicato perché le bestie non hanno versato neppure una lacrima per me, mentre si sono commossi per la partenza del loro professore di ruolo, che ha pensato bene di piantarli in asso a pochi mesi dall'esame. Per il resto nulla: anch'io sono inaridito, e sto pensando seriamente di darmi alle pratiche penitenziali della quaresima. FATEVI VIVI!!!!!!!