sabato, luglio 28, 2007

Diamants sur canapé


Mie/i care/i,

ho solo pochi istanti anziché i lunghi minuti/ore di cui avrei bisogno per raccontarvi il mio soggiorno parigino/bis. Per ora mi limito a postarvi quest'immagine, imbarazzato di rintuzzare la geremiade di Claudio, al quale va tutta la mia solidarietà nello sconforto. (Ma quando tornerai a settembre come Claudio il Bianco avrai la meglio sulle Famiglie dalle Cento Teste!).
La traduzione francese di Breakfast at Tiffany's mi ha gelato il sangue, la prima sera che sono arrivato, e dunque inaugura (anche se temo non avrà seguito) la serie dei miei mémoirs parigini come una sorta di prologo cinéphile sullo spirito balzano del popolo gallico, di cui saprete apprezzare la finezza.

Ma al ritorno da Barcellona saprete tutto delle nostre esperienze con catalane!

Un bacio a tutte/i
N.B: Ovviamente, canapés si riferisce alle tartine (corrispettivo del "breakfast" originale?)

mercoledì, luglio 25, 2007

THou shall not pass

Carissim*,

come preannunciavo nel commento al post del buon Carlo, eccomi qui a quasi una settimana di distanza, a raccontarvi della mia esperienza come biglietto da visita di una nota università italiana durante l'accoglienza delle Matricole.

Anni di studi per ottenere un (costoso) pezzo di carta che certifichi la mia elevata preparazione culturale sono stati infatti determinanti nell'assegnare a me, me e non una qualsiasi bimba brufolosa al secondo anno, la possibilità di spiegare a quest* fanciull* disorientati i numerosi motivi per cui scegliere una facoltà Umanistica è la cosa più adatta per la loro vita.

Potete già cogliere l'ironia di chi, ai margini anche del lavoro atipico, debba invitare ignari giovani a commettere LO STESSO errore... Ma in fondo, non era un grosso sforzo: credendo ancora nella superiorità intellettuale, umana e - aggiungerei addirittura - morale, delle nostre materie, era facile argomentare che "questo è il migliore dei mondi possibili per te!". Meno facile tuttavia era vincere le domande, terribilmente precise dei loro genitori e il senso di nausea che mi provocavano i loro teneri (?) virgulti...

Ma andiamo con ordine.

Come ogni anno, l'orientamento si svolge all'aperto, sotto tendoni di plastica congegnati in modo che il calore già preoccupante dell'esterno si concentri e si amplifichi all'interno: questo credo per depurare l'organismo degli addetti a lavori di sostanze tossiche, umori negativi e forze fisiche, acciocché non venga in mente non solo di rispondere male a un possibile iscritto, ma anche di provare un qualsiasi reazione di sdegno. In questa serena atmosfera, si sono avvicinati ai nostri banchetti 4 tipologie umane:

1 IL DECISO-DECISO: non ha bisogno di informazioni (e per questo lo adori). Arriva, prende il materiale per il corso di laurea triennale e specialistico (tanto sa già cosa farà), e se ne va salutando in corretto italiano. Percentuale avvistata: 0,1%

2 Il DECISO TENTENNANTE: ha sentito parlare di "Lettere" ma non capisce cosa si debba fare: ritiene sia la replica dell'ora di Italiano delle superiori, ma spostata in orari diversi e con diversi professori. Sa che farà quello, ma cosa di preciso no: alla notizia che può scegliere fra numerosi corsi di laurea arraffa tutti i depliant presenti e spera che ce ne sia uno con scritto il suo nome. Percentuale avvistata: 3,9%

3 L'INDECISO QUALUNQUISTA: non ha interesse per nessuna materia in realtà. La sua vocazione è calciatore/velina, ma una fastidiosa obesità unita a numerosi difetti gli precludono questa brillante carriera. Per scalare la cima della vita vorrebbe fare il medico chirurgo come il Dr. House o l'avvocato dei film, ma sa che i test d'ingresso rischiano di tagliarlo fuori. Lettere comunque è una laurea dignitosa e l'accesso è aperto a tutti... Percentuale avvistata: 89%

4 HOMO SEMI-SAPIENS: questa bizzarra sottospecie umana, a stento si fa comprendere dai suoi simili più evoluti. Impossibile sapere se sia interessato a una materia piuttosto che a un altra per la rozzezza tanto dell'eloquio quanto della gestualità. Convinto da qualcuno (genitori compiacenti? Maestri disperati? Vicini lobotomizzati?) di essere "portato", quando non addirittura "gifted" ["dotato" poteva dar adito a sovrainterpretazioni] non crede di aver problemi a imparare 5 lingue in un paio d'anni, finire in un paio i giorni le sue tesi, e riuscire nel frattempo ad accoppiarsi con il maggior numero di organismi viventi. Questà è l'università, no? Percentuale avvistata: 7%

A tutto questo va aggiunto che spesso il giovane si presentava accompagnato da vari familiari, il cui numero aumentava con l'aumentare della distanza da casa e con il diminuire della grandezza del posto di provenienza (quindi per capirci, se l'alunno futuro fosse provenuto da un paese con meno di 500 abitanti a 650km da Roma, era accompagnato da Madre, Padre, Fratelli e Sorelle, Nonni, zii ed eventuali cugini fino al secondo grado): loro erano il vero scoglio. Dire a un alunno delle categorie 2, 3 e 4 "non c'è numero chiuso", significava vedere la gioia sul suo viso (anche se il tipo 4 lo interpretava come: "anche le sceme/gli scemi possono entrare e io me li/le faccio!"); dirlo a un parente invece sortiva l'effetto di vedere una smorfia di disprezzo sul suo volto che sottointendeva: "e certo, non contate un cazzo, ci credo che prendete cani e porci... ma mia/o figli*/nipote/cugin* non lo avrete mai finché vivo..."
Capirete come la mia reazione alla fine delle due giornate sia stata molto simile a quella del buon Gandalf:
"TU NON PUOI PASSARE!", avrei gridato... ma il tendone aveva spazzato via le forze e solo gli antidepressivi potevano tirarmi su.
Il pensiero di farlo di nuovo a settembre mi eccita come l'idea di vedere la signora Taylor nuda con Michael Jackson che le massaggia i piedi... Ma per denaro, cosa non si fa?
BAci Baci

lunedì, luglio 16, 2007

julie in july




cari blogghini

mi vorrei lamentare della vostra continua assenza dalla rete. qui tutto è umido e non so nulla di voi. in compenso ho fatto amicizia colla donna delle pulizie del mio block al collegio. si chiama julie. ho fatto amicizia anche con un tipetto roscio che mangia cereali alle dieci di sera mentre io cucino del petto di pollo (sainsbury, 20 min prima della chisura, 1 pondo invece di 5 perché scadeva il giorno dopo... succedeva tre giorni fa, ancora sto mangiando il chilo di petto di pollo che ho comprato) dicevo, mentre cucino del petto di pollo direttamente in un tikka masala estratto dal barattolo comprato da sainsbury ugualmente ma a prezzo pieno.

ieri sera al tipetto roscio casca un po' di succo di frutta per terra e va cercando un pezzo di carta e non lo trova. cerca, cerca, cerca alla fine si decide. prende uno straccetto dal lavandino, strofina con cura il pavimento, lo rimette nel lavandino. julie tutte le mattine passa lo straccetto sul tavolo e su tutte le superfici della cucina.

io tutte le mattine e tutte le sere appoggio cibo e quant'altro su tutti questi luoghi, eccetto il pavimento.
stamattina julie entra in cucina, tanto affaticata. ha il secchio dello straccio. lo solleva.





lo porta all'altezza del lavandino e ce lo svuota dentro. io finisco di fare colazione, impassibile. poi mi alzo e vado a lavare i piatti nel lavandino, per scoprire che dentro, appena rimersi dal diluvio del secchio di julie ci sono le spugnette che usiamo per lavare i piatti e lo straccetto che s'era fatto il giro del pavimento la sera prima. lavo i piatti, li metto ad asciugare su una delle superfici che normalmente sono di pertinenza dello straccetto e mi dico che il nostro rapporto con i batteri deve essere più una questione psicologica che fisica. oppure che i batteri hanno preso controllo del mio corpo e ormai sono loro a parlarvi.... datemi del voi.


baci