giovedì, luglio 31, 2008

I've locked my door upon myself...


Cari,
Scusate la blogassenza, ma che volete fare, non avevo proprio niente di spiritoso da contibuire ne aneddoti simpatici da raccontare...
I tempi della spensieratezza vacanziera versigliese sono già un lontano ricordo e il mio animo si incupisce mentre traduco pagine su pagine di una serie di brochure turistiche dedicate ai vari comuni dell'area del Cilento.

Ciò che non mi spiego è...perchè proprio a me? Diciamo che questo è il supplizio per contarappasso che meriterebbe semmai il caro Minchione, dalle notorie ideologie anti-meridionaliste e Rankiane (ricordate le invettive contro la sua arcinemesi la "vecchietta di Pizzo Calabro"?)

Che c'entro io che ho fatto tutte le annualità disponibili di Storia delle Tradizioni Popolari e mi sono sempre mostrata sensibile al verismo Verghiano, io pasionaria propugnatrice della storia dal basso e menate varie?? Perchè il fato si accanisce su di me?

Scusatemi quindi se di nuovo mi immergo nella palude nera della mia solipsistica disperazione...96 comuni..ogni comune ha il suo stronzissimo castello e la sua chiesa madre (stranamente tutte dedicate a San Nicola di Bari...chi avrebbe detto che la sua musica fosse talmente apprezzata) i suoi merdosi preodotti tipici, il suo fortino, il suo monastero...reliquario...cenobio..
*si allontana borbottando e scuotendo mestamente il capo.

visto che nessuno posta!!!!beccateve questo....




BESSSOSSS A TUTTI MIEI PRODI MARINAI!!!

domenica, luglio 20, 2008

Se 21 anni vi sembran pochi (per applicare la legge del karma)


Domenica scorsa alludevo, con la discrezione criptica che mi contraddistingue, a miei problemi sentimentali. Ora che tutto si è risolto, ovviamente per il peggio, posso finalmente darvi ragguagli più precisi. O meglio: vorrei regalare a tutti voi geenie friends, e a chiunque capitasse per caso su questo blog, l'insegnamento imperituro che ho tratto stamattina dalla mia vicenda sentimentale ultima (ultima per un po', spero, perché per ora basta e avanza).

Breve sintesi della vicenda. Scoglionato dagli ultimi eventi (tipo i miei due ultimi nuovi-amici L. e M., e varie frustrazioni sparse che mi hanno reso ANCORA più cinico sullo squallore insito nella mia vita e nella natura umana) avevo deciso da qualche tempo di mettere in pausa vita sessuale e vita sentimentale (in quest'ordine, benché non direttamente legate).
Tuttavia, una sera, solo a casa e depresso per la valanga di scadenze dell'ultimo periodo, mi concedo di chattare un po', e scelgo all'uopo uno che dal profilo esclude qualsiasi ricaduta sessuale della chiacchiera telematica. Giacchè il sesso è escluso, ne scelgo uno carino, ovviamente, e guarda caso di 21 anni. (L'età è un fattore cruciale per la spiegazione che fornirò).
Dopo una settimana di allegre e prolisse chattate su msn, ci si vede, si prende un cocktail (che sentendomi in vena di corteggiare offro io - dico, 18 euro in totale!) e si finisce fino alle 5 del mattino impegnati in atti osceni in luoghi pubblici benché appartati, perché il ragazzo rifiuta pervicacemente il riparo offerto dalle mie mura domestiche.
Subito dopo, periodo di una settimana in cui il giovane D. prepara un esame, e ne approfitta per fare il vago su tutto quello che è successo, non risponde agli sms millantando credito inesistente sul cell. (?) e mi spinge in un abisso di paranoie e di numeri da neuro deliri (che avranno spaventato il giovine, comprensibilmente), nonché all'ascolto di musiche sempre più deprimenti (Flavia, ti consiglio gli album di Nico, quella che cantava con i Velvet Underground - da suicidio).
Questo abisso conduce alla rapida sparizione di D., previa mia telefonata del giorno prima (22 min. di cellulare! la questione economica cominciava a porsi in maniera impellente...) al termine della quale egli mi diceva: "ci sentiamo domani per vederci, ora che ho più tempo...". Ieri, beccatolo in chat dopo che gli avevo scritto un'e-mail ironicamente strappacuore di addio, mi ha detto che, come Miranda di Sex and the City, sta facendo una lista mentale per capire se gli piaccio o no. VAFFANCULO. Ci siamo visti una volta sola, abbiamo parlato solo su msn e lui fa la lista. Peccato che è solo mentale, perché sennò c'erano vari usi possibili della stessa.

Però. Dopo la visione di Velvet Goldmine (preceduta nel giorno intero da una retrospettiva dei miei dischi preferiti di David Bowie) e dell'ultimo episodio della seconda serie di Sex and the City, mi sono svegliato con la seguente illuminazione.
La comparsa di D. non è casuale, forse egli non esiste nemmeno nella realtà. Si tratta di un caso evidente di reazione del karma. Scade infatti in questi giorni l'anniversario del giorno in cui, per la seconda volta in otto mesi, scaricavo S., 21enne 2006-2007, innamorato di me per preconcetto, tanto dolce ma lontano da me anni e anni luce. Ora la ruota del karma fa sì che S. (reincarnatosi, diremo, in D.) ribalti i termini del rapporto.
Anche qui sulla carta nulla di più distante - il tipo era un amante di Britney Spears, quella sfigata la cui china umana non è nemmeno compensata, come nel caso di quel relitto di Amy Winehouse, dal talento vocale. Questa volta, però, la verve, la simpatia, unite alla piacenza dell'oggetto, mi hanno fatto cadere nella trappola.
Noto inoltre che sia S. che D. sono sulla tangenziale, in zone che senza tema di smentita potrei definire semi-periferiche, o periferiche tout-court: il primo a Casal del Marmo, oltre Boccea (dunque lasciataci alle spalle la tangenziale come un caro ricordo), e il secondo a Talenti.
Constato dunque le seguenti permutazioni:

1) nel caso di S. la distanza di età era 8 (nel 2006)-9 anni (nel 2007), la distanza geografica maggiore, io sono stato lo stronzo che ha chiuso il rapporto;

2) nel caso di D. la distanza di età era maggiore (10 anni secchi), la distanza geografica minore, lui è stato lo stronzo che è sparito.

Ora, salvo una seconda tranche di D. (improbabile, ma si sa che il karma ama i parallelismi), potrei forse, alla maniera di Hegel, prospettare un caso (3) di un giovane di 21 anni x per il 2009 (?), in cui la distanza di età sarà maggiore (11 anni), quella geografica minore (finalmente!) e in cui il rapporto andrà finalmente a buon fine.
Ma in amore e nella vita, non è lecito mescolare filosofia orientale e filosofia occidentale. Meglio consolarmi con l'idea che ho finalmente pagato il mio debito (almeno in parte: e Alain? mica mi toccherà un altro francese...).
E l'insegnamento imperituro? Attenti al karma, che se fate uno sgarro vi fa un culo così (cfr. foto dimostrativa e disambiguante).

Baci a tutti

giovedì, luglio 17, 2008

Scimmie e Mar(i)a Goretti

Ieri stavo guardando il Tg e una notizia mi ha lasciato perplesso: a detta del gionalista sembrava che nella Spagna di Zapatero, ormai sempre più decisa allo scontro diretto con la chiesa, il parlamento avesse varato un'impegnativa che obbligava il governo a predisporre in breve tempo una legge per estendere ai simpatici primati (simpatici per distinguerli da quelli che popolano la nostra televisione) i Diritti Umani.
Il mio pensiero, lo confesso, è stato: "Aiutaci, Dr. Zaius!"



Un po' perplesso, sono andato a controllare su Internet e ho scoperto l'esistenza di un gruppo, il GPA (Great Ape Project) che in effetti richiede per le scimmie dei diritti: quello di vivere in modo tranquillo, possibilmente libere e di non essere torturate o usate come cavie. Ma vi sembra il modo di dare una notizia? Voglio dire, se le richieste del GPA mi sembrano assolutamente legittime, il modo in cui le avevano annunciate parlando di Diritti Umani mi sembrava- francamente - alquanto ridicolo. Così come ridicole mi sembra la spaccatura all'interno degli animalisti, che vedono ora il concreto rischio che le scimmie ottengano un trattamento preferenziale... Non per fare paragoni, ma mica si sta parlando di disabili: sempre scimmie sono!
Comunque sia, il mio fastidio per il modo distorto di fare informazione non si era ancora sopito, quando ecco un nuovo colpo, molto peggiore: sembrava infatti che il nostro Presidente del Consiglio avesse (ma vi pare?) paragonato Mara Carfagna (sempre lei, poverina...) a Maria Goretti.

Mi sembrava incredibile... ma stavolta non era colpa di un'informazione malata...

Andando a controllare è risultato che in effetti Silvio, commentando le intercettazioni di cui tutti ormai sanno, avrebbe detto
Ma vi sembra che io vado a dire certe cose proprio a Mara che è una persona di santi principi?
da cui, naturalemente, sarebbe uscito il paragone con Maria Goretti...
Maria Goretti?
Quella fatta santa perché non volendola dare a un contadinotto, fu da lui uccisa?
E che c'entra Mara?
Forse che entrambe sono di gusti difficili?

lunedì, luglio 14, 2008

Il Pride che non c'era

Tante cose da fare e così poco tempo... ma prima di andare a Siena, e per sfogare la malinconia che si spalma sulla mia vita dopo giovedì scorso, per le ragioni amorose che alcuni di voi sanno, vado ad alimentare una Feconda Polemica, a latere di quella già sviluppatasi in coda all'ultimo intervento di Gino... Siamo dunque al lato della coda, e non so a quale punto dal centro della questione. Ora magari io, in quanto gay, sono particolarmente o troppo sensibile alle affermazioni dei comici di sinistra che si supporrebbe stiano dalla mia parte anziché soltanto dalla loro parte di persone con manie di persecuzione e deliri di onnipotenza. Fatto sta che questo Pride, secondo la Guzzanti, a Roma non c'è stato. Roba che neanche Parmenide, o un idealista dell'Ottocento. Credo che la Guzzanti dubiti anche che gli alberi possano cadere nei boschi, solo perché dalla sua finestra non si vedono. Chissà se anche questi alberi sono dei vigliacchi, perché vanno a cadere in zone lontane dal centro. Come piazza Navona.



(la foto di Elio Germano non centra granché... ma lasciate che io mi senta un po' paparazzo, no?)

martedì, luglio 08, 2008

Anch'io ministro!!!

Se basta così poco...
Vai Sabinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!





domenica, luglio 06, 2008

Antropologia rurale, frequentante mio malgrado



Tediato dalle losche nubi qui ritratte, che mi impediscono la tintarella pomeridiana (integrale, visto che il sole batte nel mio appartamento e davanti non ho nessuno da scandalizzare con la mia nudità), e rincoglionito dal suono delle campane, che qui a Padova si producono in infiniti concerti ad ogni ora del giorno e della notte (sono diventate il mio nemico numero uno), vo a narrarvi i fatti della scorsa nottata.

Un mio collega trevigiano, l'unico di età inferiore alla mia nel gerontocomio in cui mi trovo a prestare servizio, è prossimo al matrimonio; con mio enorme imbarazzo e disappunto, sono stato invitato al di lui addio al celibato insieme agli altri colleghi maschi.
Così ieri sera, dopo uno spritz inaugurale in una zona a me ignota della città, ci mettiamo in viaggio verso il paese natio del nubendo, che raggiungiamo verso le dieci di sera. Ad aspettarci, troviamo una tavolata all'aperto di baldi giovani e il secondo spritz della serata, nonché tutta la famiglia del mio collega, che ci rimpinza di porchetta e carni varie. Pare che qui un bicchiere vuoto sia un'offesa mortale ai commensali, per cui trangugio prosecco in quantità abnormi, salutando ben presto la mia lucidità. La mia scarsa comprensione del dialetto veneto (anzi, trevigiano, che anche i miei colleghi padovani a volte trovano estraneo) viene fatalmente minata, non riuscendo più ad appigliarsi alle minime conoscenze etimologiche che mi permettevano di capire almeno il senso del discorso, se non le frasi in dettaglio. Poco male, tanto a quanto pare tutto continua a ruotare attorno alla Gnocca; per fortuna l'ebbrezza mi porta a ridere con una certa franchezza, nascondendo il mio totale disinteresse all'argomento principe.

Dopo la cena (e innumerevoli brindisi), il futuro sposo e il futuro testimone si affrontano in una partita all'ultimo sorso alla dama alcolica: al posto delle pedine, bicchierini di grappa trangugiati ad ogni mossa vittoriosa dell'avversario. Il clima comincia a scaldarsi, e dopo un poco comprensibile vagare lungo il viottolo della casa si ritorna alla tavola, dove si procede alla (s)vestizione dei due giovani: vengono lasciati in mutande, coperti da un lenzuolo a mo' di tunica, un serto di alloro e una corda con due cappi alle estremità che unisce gli infelici. Si allestisce un carretto, su cui viene caricata una damigiana di vino bianco insieme ai bicchieri e alla canna di risucchio, per provvedere di alcool i partecipanti a quella che si sarebbe rivelata la Lunga Marcia.
I funesti organizzatori dei festeggiamenti decidono infatti di raggiungere a piedi la Festa della Birra di Fontigo, un paese vicino; snodiamo così un'improbabile processione lungo la buia strada provinciale e poi attraverso campi di granturco, continuando indefessi a brindare (ma ormai i più avveduti accettano il bicchiere, lo alzano al brindisi, e poi ne svuotano il contenuto per terra nella maniera più discreta possibile).

[NdA: qui intanto si sta scatenando una tempesta di grandine, cadono lastre di ghiaccio dal cielo].

Giungiamo dopo circa mezz'ora a destinazione, più o meno alle due e mezza; ci sono metallari brufolosi accorsi a vedere il concerto dell'ex cantante degli Iron Maiden e rimasti lì a bivaccare, e un gruppo di donne ubriache che festeggiano invece un addio al nubilato. La futura sposa, con un paio di antenne in testa, porta in spalla un serbatoio di vino che dispensa qua e là (che stile), mentre le ancelle al seguito portano in trionfo un enorme fallo in cartone. Una di loro, sciagurata, lo poggia in terra vicino a me e l'Idolo cade; un vecchietto lì da presso mi ingiunge (traduco ad sensum) di "rizzare il cazzo, che si è ammosciato". Mi ci avvento come una faina prima ancora che le parole fuoriescano dalla sua dentiera, uso ad obbedir tacendo in casi come questo. Dopo altri brindisi, anche con birra (pericolosissimo), ci rimettiamo in cammino lasciando le menadi che tentano di convincere un garzoncello a spogliarsi per loro (ci riescono ma sarebbe stato visivamente meglio di no).
Lungo la strada io e un altro mio collega siamo alla testa del gruppo insieme allo sposo, ormai ridotto a un mocio vileda: lo salviamo più volte dalla rovinosa caduta nel fosso che costeggia la strada, e assistiamo increduli ai fiotti di vomito stile Linda Blair che fuoriescono dalla sua bocca mentre continua a camminare.
Arrivati finalmente a casa, a noi non indigeni si pone una questione: dove cazzo dormiamo? Tergiversiamo un po' insieme agli altri, nell'attesa di ricevere istruzioni; al testimone si accende un sinistro lampo negli occhi e propone di raccattare una spogliarellista: io sto per riempirgli la bocca di ghiaia per farlo tacere.
Fortuna vuole che lo sposo (nel frattempo raccattato da una macchina in strada, e condotto a braccia sul letto, incapace di intendere e volere) venga poi sorpreso a defecare nel comò di camera sua, non riuscendo a raggiungere il bagno: gran trambusto, opera di pulizia da parte degli amici più stretti, doccia forzata, e come gran finale l'arrivo del Padre.
Padre esce in slip rabbioso, con la pancia prominente, il baffo fremente e il lunghissimo riporto minaccioso, preoccupato per il figliolo che ci accusa di aver fatto bere senza ritegno. Noi mentiamo, affermando che ha bevuto solo durante le cena e la dama, e forse ha preso freddo per la mancanza di abbigliamento. Lui, sfogandosi con un "dio can" ad ogni fine frase, pian piano si calma e rivolge le sue amorose attenzioni a noi profughi, che nel frattempo abbiamo deciso di metterci in cammino, essendo arrivata l'alba. Ci prepara allora un caffè, "dio can", e si assicura che siamo abbastanza lucidi per affrontare il viaggio, "dio can". Continua a sproloquiare sulla pericolosità dell'alcool e a raccomandarci prudenza (sempre "dio can"), e con una logica che sfugge a tutti insiste per dieci minuti buoni a volerci correggere il caffè con la grappa, "dio can".

Finalmente torniamo, portando con noi un altro padovano ramingo, amico dello sposo; dopo una colazione in Piazza Giorgione a Castelfranco Veneto, ancora un po' di strada e siamo a casa alle sette del mattino. Mi concedo così un meritato riposo, assaporando un risveglio nel tardo pomeriggio... ma le mie nemiche campane alle undici e mezza si mettono a suonare come se la Madonna stesse ballando una giga in piazza, svegliandomi irreversibilmente. Dio can.

Antropologia urbana. secondo modulo: decisamente non frequentante...


E allora ragazzi... pare proprio che ciò che non interessa riesca e ciò che vorresti non si può fare... una massima che riecheggia gli illuminanti insegnamenti di murphy, diciamo una sorta di corollario all'intuizione fondamentale. Fatto sta che a cause di riproduzione genetiche imbizzarrite, al lavoro mi è stata offerta una sorta di strana promozione sotto banco (che bello essere clandestini pure in un lavoro semi-serio) e da oggi un po' di persone hanno iniziato a trattarmi con uno stile e un piglio diverso, più servile e sorridente del solito:"ma levate dar cazzo che devo fa' 'na pausa", diciamo una cosa del tipo:"posso andare in bagno e anche a fumare una sigaretta?". Insomma a metà giornata, nonostante la lunga pausa che mi è stato concesso di prendermi, non avevo più nulla da fare e gironzolavo per la libreria come un cliente tra un collega (apprezzato assai per il tono colloquiale) che mi ripeteva: "mo sso cazzi tua...te sei rovinato 'a vita...è chiaro che te dovevi fa' li cazzi tua...", e un altro che mi rincorreva (meno apprezzato in superficie, ma persona che ha capito chi è che comanda) per chiedere: "ma allora posso andare veramente in bagno?", a un certo punto mi sono ritrovato con la faccia ebete rivolta all'entrata senza il minimo sentore di essere sul punto di incontrare il colmo per una libreria: in minigonna,tacchi "in un certo modo", big babol masticata ma che in realtà era strofinata senza posa nel cavo orale, un viso anche bello, ma privo della classica innocenza femminile (forse per le sedici tonnellate di colorante viola che le colavano sulla faccia) che mi scruta da lontano, capisce dopo soli pochi minuti che io forse so qualcosa di quel posto che lei non sa, si avvicina e schioccando la gomma 72 volte mi chiede, e non sto scherzando: "Scussa, che cellai un libro che me serve?".
Non aggiungo nulla. Alla poesia va lasciato lo spazio che si merita. Tutto.

un bacio ai marittimi, ai lavoratori del nord, ai romani che vedo spesso, aquelli che vedo meno, insomma a tutti ::::::).

sabato, luglio 05, 2008

per ginooooo

ti dirò tutto.... al lavoro siamo in una baraonda di tutto, ma i giorni passati sono stati a dir poco colossali....ho provato a chiamarti ma non rispondevi.....domenica ti ciamo e ti dico....
scusate se ho occupato lo spazio comune....
un bacio a tutti vicini e lontani....